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Pish
Pish
2018
Bergen Mafia Records
di
Simona D'Angelo
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Qualche tempo fa mi sono imbattuta in un post di Erlend Øye (Kings of Convenience) che sul suo profilo social personale commentava entusiasta l’uscita del primo progetto solista di Pish (Pål Vindenes), già cantante dei Kakkmaddafakka, consigliandone l’ascolto. Da estimatrice del sound norvegese, non potevo che seguire immediatamente il consiglio e credo di non essere mai stata così contenta nello scoprire un nuovo artista così come in questo caso.
Anticipato dal singolo Compromised, quest’album è un concentrato di melodie e di groove meravigliosamente estivi. L’assoluta freschezza dei pezzi rende questo lavoro un sogno che ha tratti ha dell’ipnotico. Pish, nonostante la forte influenza Kakkmaddafakka, si veste di nuovi e malinconici intenti, abbandonando l’indie-fun della sua band, per andare incontro a sonorità sicuramente più eleganti. Crime inizia con un ritmo di batteria leggera, abbellita da synth e, dal ritornello, dalla presenza di chitarre che ricordano il suono caldo delle estati sulla riviera francese, piuttosto che quelle a Bergen in Norvegia; brano che, a detta dell’autore: “ha lo scopo di aprire gli occhi su ciò che è sbagliato e ciò che è giusto nella vita”.
Tutto in questo disco fa venire voglia d’estate e, perché no, d’innamorarsi e sognare sotto l’ombrellone con Woman grazie al suono di morbide chitarre e synth appena accennati, dove ogni nota richiama alla mente lunghe passeggiate sulla sabbia bianca, in compagnia di un cocktail del bar sulla spiaggia. Nei suoi brani si respira la tipica malinconia di chi, presto o tardi, sa che questo sogno ad occhi aperti dovrà finire.
With you, dalle linee di basso predominanti, è un indie folk romantico e leggero che fa sognare ad occhi aperti, e venire voglia di danzare a piedi nudi nella stanza. Romanticismo che imperversa anche in Memory: “you are something more than a memory to me”, brano un po’ bittersweet con le sfumature tipiche che ha il rimpianto. Lo stato d’animo volutamente rilassato e dai toni caldi, è tutto racchiuso nell’affascinante Gravity che a ritmo di drums&synth ci porta fluttuando verso quella vacanza nel mediterraneo tanto attesa. Pish ci regala un album leggero che, nonostante i toni marcatamente nostalgici, non solo fa bene all’umore, ma lascia all’ascoltatore una sensazione di benessere che merita di essere scoperta - o riscoperta - soprattutto in tempi bui come questo
Articolo del
18/06/2018 -
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