Nuovo album, il quarto in ordine cronologico, per Filippo Andreani, il cantautore comasco che si sta imponendo all’attenzione di tutti, grazie alle sue melodie semplici ma raffinate e che risulta fra i cinque finalisti del Premio Tenco di quest’anno. Il disco si intitola Il Secondo Tempo ed è un piccolo dono a tutti gli appassionati di musica, in particolare a quanti seguono il cantautorato di pregio.
Messe da parte le origini punk con gli Atarassia Group e da tempo impegnato in una carriera solista, Andreani raccoglie con questo album i frutti del tempo dedicato alla musica e alle sue canzoni, originali, poetiche, di una dolcezza infinita. Il disco è ricco di metafore calcistiche, di un periodo in cui il gioco del calcio era ancora vero e appassionante, come la vita. Non a caso vengono ricordate figure come il telecronista atipico Beppe Viola, Agostino Di Bartolomei, capitano della Roma e Giorgio Ferrini, capitano del Torino, simboli di un attaccamento alla maglia e di una passione che andavano ben oltre le trappole della notorietà e del guadagno facile.
L’album inizia con lo spoken word di Valerio Mastandrea che ci introduce al concetto di “Secondo tempo”, quello che può ribaltare un risultato, quello che conta davvero, che decide tutto, semplicemente perché “il primo non esiste”. Filippo Andreani è accompagnato sul disco dai Linea, un gruppo di musicisti molto validi che lo accompagnano da sempre e che comprendono suo fratello Fabio alla batteria. Il disco contiene delle bellissime illustrazioni di Osvaldo Casanova ed è fatto di tante piccole poesie messe in musica, passando da ambientazioni pop al rock fino a citazioni rap.
E’ un mondo intero che torna a rivivere, fatto non solo di calcio, ma delle storie di preti di strada, di amici militanti del primo periodo punk. L’album risente molto, in alcune canzoni, come nella bellissima “Mia”, in “Sant’Andrea”, “Il cielo di Superga” (dedicata al grande Torino) e “Il Ragazzo e il Capitano” dell’influenza artistica di Francesco De Gregori. Non restiamo sorpresi infatti quando leggiamo il nome di Guido Guglielmetti, storico collaboratore di De Gregori, indicato come arrangiatore dei brani e produttore dell’album.
In chiusura la voce di Ezio Vendrame, attaccante della Spal negli anni Settanta, figura stravagante, un vero hippie prestato al calcio, che traccia l’elogio del Secondo Tempo, e ricorda George Best, il funambolico attaccante del Manchester United. Un disco bellissimo, fatto di buona musica e riflessioni intelligenti, con un tocco di romanticismo e una cartellina piena di ricordi che però si assaporano con grande piacere. Da ascoltare
Articolo del
25/06/2018 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|