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Park Jiha
Communion
2018
Glitterbeat
di
Giancarlo De Chirico
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Album incantevole questo Communion, primo disco solista di Park Jiha, giovane musicista sudcoreana che aveva cominciato in un duo insieme a Jugmin Seo e che ora si presenta sulla scena internazionale con otto composizioni inedite davvero molto valide.
L’album è carico di visioni ancestrali e di suggestioni sonore che rimandano all’estremo Oriente e a contenuti tipici della cultura coreana quali le forme dell’antico alfabeto Hangeul oppure il fiore chiamato mugunghwa, più noto come “Rosa di Sharon”, che è diventato il simbolo dell’indipendenza della Corea dal Giappone.
Park Jiha si è valsa del contributo in studio di Kim Oki, sax tenore e clarinetto, di John Bell, al vibrafono, e di Kang Tekhyun, alle percussioni. Il disco oscilla fra il jazz d’avanguardia e la musica minimale, ma le armonie dei singoli brani sono dettate da una sezione fiati che risulta molto interessante e fortemente espressiva. Questo perché Park Jiha si è specializzata nel suono del piri, una sorta di flauto di bambù a doppia canna, e dello yanggeym, strumento molto simile al “dulcimer” e caratteristico della tradizione locale.
L’incontro di questi strumenti solisti regala all’intero album tutta una serie di gradevoli armonie impregnate della delicatezza e della cortesia che da sole raccontano l’indole del popolo coreano. Una vera sorpresa. Da ascoltare
Articolo del
19/11/2018 -
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