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Spain
Mandala Brush
2018
Glitterhouse Records
di
Giuseppe Celano
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Bastano poche note di basso per essere risucchiati nel vecchio mondo degli Spain rinverdito da questo nuovo lavoro intitolato Mandala Brush. È un ritorno più che gradito e molto a fuoco, pervaso da un misticismo più incisivo e presente, la melodia è sempre quella sghemba del compositore e bassista Charlie Haden, figlio d’arte, che stavolta si supera tirando fuori un disco da cardiopalmo.
Molti brani lunghi si alternano a tracce più contenute nel minutaggio come l’opener Maya In the Summer che insiste sulla reiterazione ipnotica, con taglienti chitarre elettriche sepolte nel missaggio mentre la sezione ritmica incanta magnetizzando l’attenzione dell’ascoltatore ucciso dall’arrivo di Sugarkane in cui Josh calca la mano nel songwriting giocando con chiaroscuri melodici, contro voce femminile in sostegno e aperture semplici quanto efficaci.
Il meglio arriva a quota tre della tracklist con la sciamanica Rooster & Cogburn, ieratica e psicotropo allo stesso tempo, cresce lentamente attraverso una sommatoria di fattori che entrano in scena lentamente, irretiscono intrappolando chi l’ascolta in un tessuto quasi jazzistico nella visionaria e dissonante sezione centrale. Non si sentiva un Haden così ispirato da molto tempo davvero, You Bring Me Up per quanto ballad classica sfoggia un bridge da brividi con una inaspettata svolta ritmica verso un rhythm and blues affrescato da un soul energico vicino a Ray Charles.
Il livello s’innalza di colpo in Tangerine, altra psichedelica ballad in cui fluttuano i fantasmi evocati dal sax, sostenuto dai riff delle chitarre acustiche su cui si appoggiano poche note elettriche e un violino straziante. Poco dopo è il canto dolente del singer, costellato da pochi tocchi delle percussioni, a chiudere sulle note impazzite dei fiati. Non appena le ferite iniziano a smettere si sanguinare, gli Spain rincarano la dose con Laurel Clementine e giù di lucciconi e nuove ferite da leccare. Il lato più mistico dell’intero lavoro emerge prepotente nella lunga suite strumentale God Is Love. Archi stridenti, cornamuse, tabla e basso ansiogeno creano questo mondo di suoni altri da cui ci si deve solo lasciar trasportare via.
Da sempre la band di Haden ha sfoggiato livelli di scrittura altissima, se avete bisogno di un po’ di sana melodia, rintracciabile in For The Coming Of The Lord la cui tromba sembra presa da un Morricone d’annata, mai stucchevole, ideata e architettata perché funzioni e con gusto, allora sapete qual è il vostro regalo indipendentemente dal periodo dell’anno che state vivendo ma che andrà indissolubilmente a modificare il vostro mood
Articolo del
05/01/2019 -
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