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Chat Noir
Hyperuranion
2019
Rare Noise Records
di
Giuseppe Celano
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Con sette album, tre per la londinese RareNoise Records, i Chat Noir cercano nell’Hyperuranion uno spazio che trascenda i generi musicali fondendo elettronica, rock, jazz e ambient in una commistione dalla ritmica suadente e danzereccia
Michele Cavallari (tastiere) e il bassista Luca Fogagnolo si fregiano della presenza del chitarrista Daniel Calvi, aggiungendo alla formula la tromba del norvegese Nils Petter Molvaer, presente su ben quattro brani di questo percorso molto personale, nato da un processo iniziato e portato avanti in sette album disseminati di alcuni concetti vitali per il songwriting della band. A differenza del passato cloud-based, per la registrazione vera e propria sono tornati in studio, dove ogni musicista insieme agli altri ha eseguito la sua parte.
Strutture spettrali nell’opener (“Blisters”) prendono vita sul groove prodotto da synth in acido, perfetti per colonne sonore cinematografiche. Poi si scivola lentamente sulle note suadenti di “Humanity”, una sorta di ballad sognante aggrappata alle delicate note della tromba subito seguita da “Immediate Ecstasy”.
“Overcome”, invece, parte ponderosa tradendo un finale pirotecnico, intarsiato dagli abbellimenti della sei corde. “Quasar” è cesellata dalle sfuggenti note di Nils Petter Molvaer per un sound siderale che ha influenzato in modo positivo, e indelebile, quella che oggi è la musica dei Chat Noir. “Glimpse” potrebbe addirittura fungere da singolo con il suo andamento coinvolgente, fatto di piccole esplosioni e note acutissime della tromba spinta fino alla dissonanza sempre magnificamente controllata. Se la giocano bene con la granitica “Ten Elephants” fino alla “Matador” prima delle conclusiva “Quasar (Reprise)”.
Partendo dal desiderio di sperimentare suoni, voci, texture diverse e possibilmente nuove, i Chat Noir si spingono su territori diversi spinti dalla necessità di non rimanere seduti su vecchi e triti stilemi
Articolo del
28/06/2019 -
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