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Iggy Pop
Zombie Birdhouse
2019
Caroline International
di
Giancarlo De Chirico
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Sarà anche un caso ma - ad appena due settimane di distanza dall’uscita di “The Dead Don’t Die” di Jim Jarmusch - dove Iggy recita la parte di uno zombie orripilante, la Caroline International pubblica la ristampa di Zombie Birdhouse, un album originalmente pubblicato dalla Animal Records di Chris Stein nel 1982.
Il disco è stato rimasterizzato da Paschal Byrne agli Audio Archive di Londra e vi diciamo che subito che la differenza si sente, eccome! All’epoca Iggy era senza casa discografica (e senza soldi) e aveva voluto una produzione volutamente lo fi per i brani messi insieme da Robert Duprey, il suo chitarrista, e da Chris Stein, il marito di Debbie Harry (Blondie) . Adesso invece la qualità del suono è notevole e tutti i brani di un disco - fin qui ingiustamente sottovalutato - acquistano una dimensione supreriore e l’ascolto si rivela a dir poco esaltante!
Inoltre l’album è corredato da un libretto introduttivo con delle note scritte da Irvine Welsh (Trainspotting), con tutte le liriche delle canzoni e con delle foto inedite (scattate da Esther Friedman, la fidanzata berlinese di Iggy) del soggiorno dell’Iguana ad Haiti nel 1981. La nuova edizione prevede anche la versione originale di “Pain And Suffering”, con Blondie al controcanto. Il brano doveva essere inserito nella colonna sonora di “Rock & Rule”, in cui Iggy recitava la parte del Mostro da un’Altra Dimensione, ma quel disco non fu mai pubblicato.
Zombie Birdhouse non fu accolto bene, in realtà era semplicemente avanti rispetto al suo tempo. Era un album bizzarro, sperimentale, in cui Iggy mescolava l’afro-beat percussivo di Haiti con elementi di elettronica estrema, come “Life Of Work” , ritmi tribali come quelli di “Run Like a Villain” con ballate melodiche molto sofisticate, come “Ordinary Bummer” e “Platonic”. Imprescindibili il riff maniacale di “Eat Or Be Eaten”, l’irruenza di “Bulldozer”, sarcasticamente dedicata al generale della N.A.T.O. Dozier e “The Horse Song” , una ballata piacevolmente ritmata e trascinante. Insomma Zombie Birdhouse è un piccolo gioiello dimenticato, messo da parte, che vale la pena riascoltare per attribuirgli il suo giusto valore. Fatelo!
Articolo del
02/07/2019 -
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