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Peter Perrett
Humanworld
2019
Domino
di
Andrea Salacone
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Musicista di culto la cui fama (per quanto all’interno di una cerchia ristretta di appassionati) e il cui talento non sembrano appannarsi, Peter Perrett si riaffaccia sul mercato discografico col secondo album pubblicato dalla Domino, a distanza di due anni da How The West Was Won.
Se l’opera precedente era stata incensata dalla critica forse anche un po’ a sproposito, Humanworld dimostra effettivamente le capacità di Perrett come compositore di brani che, seppure non saranno ricordati come capolavori, rivelano il proprio pregio all’ascoltatore disposto a dedicare loro la dovuta attenzione.
In scaletta non c’è traccia di un’altra Another Girl, Another Planet, né dell’eclettismo che caratterizzava un gioiello come il primo album degli Only Ones. Tuttavia, la scrittura di Perrett è ancora in grado di regalare inaspettate gemme elettriche vibranti quali “Believe In Nothing”, “War Plan Red”, “Love’s Inferno” e la bellissima “Master Of Destruction”; di scuotere e al contempo accarezzare con la ballata “The Power Is In You” (con schitarrate a la Pete Townshend); di avvolgere con le linee di basso sinuose di “48 Crash”, e di produrre un motivo orecchiabile come la melodia di “Walking In Berlin”; di abbandonarsi a momenti romantici e/o malinconici quali “Heavenly Day e Carousel”. Se una voce cantilenante, e (ogni tanto) giri armonici che hanno “un che di già sentito” non urtano il gusto personale, Humanworld si rivelerà – centellinato – fonte di sicuro diletto
Articolo del
05/07/2019 -
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