È tornato Silvestri. Lo ha fatto in grande stile. Lo ha fatto con un disco disilluso ed umano. Un disco maturo, che racconta il nostro oggi, e proprio per questo, fondamentale. Un disco pieno di speranza, che rompe ma non troppo col precedente "Acrobati". Perché nonostante gli anni passino, Silvestri è sempre una sorta di cavaliere romantico, un Don Chisciotte spassionatamente contro i mulini a vento, è ancora "L'uomo col megafono". Per fortuna.
A livello musicale Silvestri non finisce mai di stupire, e, da artista preparatissimo quale è, tira fuori un lavoro completo e pieno di generi. Si va dai pezzi decisamente elettrorap, "Complimenti Ignoranti" su tutti, alla simil bossa nova di "Tutti matti" fino ad arrivare a pezzi più pop come "Scusate se non piango" o ballate cantautorali alla Silvestri, tipo "Prima che", che riporta alla mente il Silvestri di "Sempre di domenica", e pezzi dalle atmosfere più cupe, "Argentovivo" su tutte. Da sottolineare il dissing stupendo di "Blitz Gerontoiatrico", in cui percula la trap citando anche Scanu. Game, set, match.
A livello testuale, Silvestri (ed insieme a lui pochi altri) si conferma degnissimo successore del grande cantautorato italiano. Mai scontato, mai retorico, riesce a raccontare l'uomo ed il suo presente, senza tralasciare l'impegno politico- civile (sempre "Argentovivo" ed anche "Tempi Modesti" o "Scusate se non piango") e la giusta dose di romanticismo, anche sportivo ("La vita splendida del capitano", dedicata a Totti). È impossibile non provare empatia con le sue canzoni e le vicende che racconta. Proprio per questo è un disco che coinvolge e rassicura.
Insomma, ben tornato, Presidente. Per fortuna c'è qualcuno a salvarci da questi "Tempi Modesti". Voto al disco: 9.
Pezzo preferito: "Qualcosa Cambia". Qualche riga fa parlavo di empatia. Ecco, io su questo pezzo ho pianto. Credo basti questo
Articolo del
14/07/2019 -
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