Nuovo album per il Muro del Canto, che torna a farsi sentire con “Maestrale”, un album davvero molto bello che non deluderà i tanti seguaci del gruppo, a Roma ma anche nel resto del nostro Paese.
Quando però scrivo “nuovo” non intendo semplicemente un disco in più all’attivo della band, ma un album che segna una svolta ben precisa per il gruppo, una evoluzione sia nel linguaggio che nell’approccio musicale. Undici brani come al solito molto diretti e molto potenti che si avvalgono dell’apporto del chitarrista Franco Pietropaoli, entrato a far parte in pianta stabile del nucleo della band. L’impostazione della band è rimasta la stessa, in particolare per quel che riguarda l’estrema attenzione ai testi delle canzoni, come sempre vicine a tematiche popolari, ispirate alla strada che “insegna a resistere”, ma abbiamo a che fare con un nuovo Muro, decisamente “rock oriented”, che guarda lontano, che va ben oltre l’“indie folk” degli esordi.
Due dei tre nuovi singoli tratti dal disco, rispettivamente “La Luce della Luna” e “Cometa” mantengono i tratti distintivi del gruppo e sono delle ballate epiche, molto corali che mi sembrano molto adatte ad una esecuzione “live”. Ma già “Controvento”, dopo un inizio cadenzato e drammatico, evolve in una ballata rock ad alto potenziale che si scaglia con forza contro tutti quelli che - all’interno della scena musicale, in politica e nella società civile – non sono più capaci di “andare controvento”, ma seguono soltanto ciò che conviene, quello che non crea malumori e che non dà fastidio. Proseguendo nell’ascolto del disco troviamo altri pezzi marcatamente rock che corrispondono a titoli come “Lupa”, “Un Pugno di Mosche” e “Prima di Tutto”, brani molto tirati e improntati dal suono della chitarra elettrica, tanto è vero che, ad un primo ascolto, mi sembrava di sentire le vecchie cose di Vasco Rossi! Inoltre va detto che mentre prima il dialetto romano era presente su tutte le canzoni su ogni disco, adesso invece viene alternato in molte occasioni alla lingua italiana.
Anche questa è una svolta, non c’è dubbio: il Muro non vuole essere più soltanto una realtà locale, ma sente il bisogno di rivolgersi a tutti, anche fuori di Roma. E ancora, questo quinto album della band, vede Alessandro Pieravanti, uno dei fondatori del gruppo, ma di solito relegato agli “spoken word”, abbandonare il ruolo della voce narrante e diventare “vocalist”, in un interessante scambio di ruoli con Daniele Coccia Paifelman, al quale toccano invece delle “intro” parlate. E poi Alessandro Marinelli, che era solito suonare la fisarmonica, su “Maestrale” lo troviamo spesso alle tastiere. Tutte le canzoni del nuovo album sono state composte, arrangiate e suonate in aperta campagna, in un arco di tempo che va dal 2020 al 2022. Una scelta coerente con i temi delle canzoni dell’album ispirati dall’aria, dal fuoco e dal vento (Maestrale, per l’appunto), ma anche da quell’anelito di libertà che distingue da sempre la storia di un uomo vero da quanti si limitano a seguire la corrente.
“Maestrale” segna un momento importante per la vita del gruppo: il Muro trova nuova linfa vitale, si rinnova, ma non rinnega mai se stesso. Da ascoltare ad alto volume.
Articolo del
02/07/2022 -
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