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Black Nite Crash
Washed in the Sound with Black Nite Crash
2022
Neon Sigh
di
Claudio Biffi
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Se aumenta il numero delle band cresciute con i tipici suoni degli anni Ottanta, i Black Nite Crash di Seattle sembrano averne una collezione piuttosto ampia e varia di quei suoni. Basta ascoltare ”Washed in the Sound con Black Nite Crash” dove si ha l'impressione che ne abbiano ricavato una collezione molto raffinata. I Black Nite Crash sono Jim Biggs (voce e chitarra), John Parker (basso), James Stone (chitarra), Tony Zuniga (batteria) and Claire Tucker (chitarra e cori). Formatisi 20 anni fa hanno coinvolto più di 30 artisti nel tempo a supporto di Jim Biggs, rimasto l’ultimo membro originale del gruppo. Ma nonostante questo la band ha mantenuto una coerenza nel suono e nella visione progettuale. Mettiamo assieme The Cure, Jesus and Mary Chain, Throwing Muses, Lightning Seeds e l'elenco potrebbe continuare, ma bisogna avere buon gusto ed è indispensabile una base abbastanza solida dal punto di vista musicale per trovare quei suoni. Questa musica è arrivata molto prima dei Black Nite Crash, ma non importa perché il quintetto propone una combinazione che con tre chitarre e due voci a sostegno è una solida garanzia per la riuscita del progetto. L'oscuro abbraccio di "The Take" dà il via a questo album. Una canzone che sa di decadente rock and roll, seducente, familiare, meravigliosamente languida e losca ma come tutti i singoli principali che fungono da apripista di un album, per quanto possa essere accattivante, non ti fa soffermare a lungo poiché prevale la curiosità di verificare di cos'altro è capace la band. E, nel caso dei Black Nite Crash, sembra che "The Take" sia solo la punta di un fantastico iceberg acustico. “S.P.M.U.” si muove tra vortici sonori LO-FI controllati dalle chitarre cavernose di Biggs e Stone fatte di risonanze e richiami new wave che proseguono con la successiva “In Time”. Ma non è solo rock and roll oscuro perchè "Tie Me Down" richiama alla mente Patti Smith mentre "Sugarwave" e “Stupid Games” sono in stile puramente indie. "Something About You" è un regalo inaspettato dal tono dolce e carezzevole e “Failure”, il brano di chiusura, condensa in ben 7 (sette) minuti tutto il lavoro che c’è dietro alla costruzione di questo progetto. ”Washed in the Sound con Black Nite Crash” non è un album di alt-rock ma prova ad esplorare stili già sentiti rimanendo avventuroso e inaspettato. I Black Nite Crash non si sono limitati al solo rock and roll e questo va dato a loro merito per la riuscita dell’album.
Articolo del
21/11/2022 -
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