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Un campo di girasoli completamente inaridito che si erge sotto un cielo contrastato; girasoli che non seguono più la luce del sole. Anastasis, letteralmente “stare in piedi”, condizione che meglio raffigura l'immagine appena descritta, perché questi girasoli sembrano semplicemente “stare in piedi”, non c'è alcuna traccia di resurrezione. La linea di congiunzione tra questa interpretazione della copertina di Anastasis e il ritorno sulle scene dei Dead Can Dance, potrebbe essere una delle molteplici chiavi di lettura possibili. Brendan Perry e Lisa Gerrard dopo sedici lunghissimi anni di silenzio, ritornano insieme in uno studio di registrazione, ma la lor più che una resurrezione è una conferma dell'essere nuovamente in piedi, non stiamo quindi parlando di un nuovo inizio, bensì della ripresa di un discorso probabilmente lasciato a suo tempo sospeso.
Bisogna tornare indietro fino al 1996, con un lavoro non proprio memorabile quale fu Spiritchaser - fortemente proiettato verso la contaminazione tra elementi elettronici e strutture melodiche tribali – per avere traccia dell'ultima collaborazione artistica della coppia (per lungo tempo unita anche sentimentalmente) Gerrard-Perry. Anastasis arriva quando ormai si era accantonata ogni speranza di reunion dei due, ed ovviamente il voltarsi indietro per creare termini di paragone viene quasi spontaneo, pur consapevoli di quanto errato sia un atteggiamento del genere. Non si può nella maniera più assoluta paragonare questo ultimo lavoro alla grandezza del disco di esordio dei Dead Can Dance, album di una bellezza sconvolgente che raccoglieva in sé l'esigenza impellente di dover dar vita ad una mole di bellezza che poi si sarebbe ritrovata in molti altri lavori successivi. Dall'album Dead Can Dance sono passati quasi trent'anni, troppi per non veder plasmata ogni prospettiva e percezione da parte dei due. Alla base resta intatta l'infinita passione dei nostri di approfondire culture diverse e di continuare nella contaminazione tra strumenti etnici ed elettronici. In Anastasis troviamo strumenti non tanto inusuali (hang, sitar, daf) ma sicuramente perfetti per delineare ambientazioni che ormai sono diventate il vero marchio di fabbrica della coppia. Se Opium - una delle vette dell'intero album – è avvolta da un'atmosfera che richiama a gran voce le terre d'oriente grazie all'utilizzo dello hang (strumento, peraltro, di origine svizzera), la successiva ed altrettanto notevole Return Of The She-King ci proietta nelle alte scogliere dell'Irlanda occidentale grazie al bodhran che ne caratterizza la marcia. Architetture musicali dall'andamento gotico vengono innalzate per quello che è senza ombra di dubbio uno dei brani di più facile acchito, Children Of The Sun, che apre l'album e conferma quanto la voce di Perry sia diventata ancora più ombrosa ed affascinante con il trascorrere degli anni. Dall'altra parte la voce di Lisa Gerrard continua ad essere superlativa, intensa e profonda, in grado di sublimare questo viaggio verso le atmosfere delle terre che si affacciano sul mediterraneo, quale è Anastasis, e che raggiunge la sua vetta in Anabasis.
Anastasis è la prova che i Dead Can Dance sono ancora “in piedi”, ci conferma che il loro lavoro di ricerca e sperimentazione non si è fermato anche se inizia a viaggiare su binari più sicuri e collaudati. Continua ad esserci la bellezza, ed il conforto di sonorità che affascinano ma che non lasciano estasiati.
DEAD CAN DANCE live in ITALIA:
domenica 2 GIUGNO 2013 a FIRENZE @ FIESOLE TEATRO ROMANO BIGLIETTI POSTO NUMERATO: 50-60 EURO + PREV
mercoledì 5 GIUGNO a ROMA @ AUDITORIUM CONCILIAZIONE BIGLIETTI POSTO NUMERATO: 40-50-55-60-65 + PREV
giovedì 6 GIUGNO a PADOVA @ GRAN TEATRO GEOX BIGLIETTI POSTO NUMERATO: 35-42-50-60 + PREV
Articolo del
01/06/2013 -
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