Ricercato. Creativo. Questo è “Non E’ Morto Nessuno” il disco d’esordio di Elio P(e)tri, al secolo Emiliano Angelelli che, grazie all’unione avvenuta quasi casualmente, con “il cane”, Matteo Dainese, ha creato la sua opera prima dai sapori estroversi, intriganti e del tutto fuori dal comune. I testi in italiano hanno dato quell’unico ‘quid’ di stabilità e di aspetto impostato al disco, che tutto è che un album dalle melodie italiane. Il registro musicale è totalmente ricercato, ragionato, equilibrato e sublime nell’attenzione che Elio P(e)tri ha dedicato ad ogni minima nota musicale. “Bradipo” è una prefazione degna di ogni incipit musicale. Ha due vesti questa traccia, una rock, segnata dalla batteria d’accompagnamento e dalle chitarre, l’altra quasi classica, rimarcata dagli archi e dal pianoforte che offrono quel senso di apertura sonora e largo respiro. “L’Uomo Che Imparò A Volare” è discontinuo e, nella sua irregolarità musicale, pone in evidenza la propria identità personale, gli stacchi muti che si alternano a un’incombente batteria danno il ritmo giusto ad una traccia apparentemente monotona e senza squilibri sonori, molto lineare che viene meritevolmente incorniciata dalla voce corale di Lavinia Siardi. “Rachmaninov” è progressivo, la graduale aggiunta di strumenti ad ogni verso dà il senso di un brano che si è fatto da solo, a poche briciole alla volta, per colmare in una pienezza sonora davvero stuzzicante e completa. Il disco di esordio di Elio P(e)tri ha due anime opposte che, nella loro natura d’essere, si attraggono: il senso rock, dato fortemente da batteria e chitarre è sicuramente il significato contrario dell’armonia nobile degli archi. “Non E’ Morto Nessuno” è doppio come la personalità di chi l’ha plasmato, l’autore stesso, un tipo creativo amante dell’arte e della perfezione ed Emiliano Angelelli, un tipo estroverso, giornalista che “odia ogni forma di cantautorato” e che proviene dal quel mistico paesaggio che è l’Umbria. La peculiarità di Elio P(e)tri sta sia nel suo apparente monotono cantato, che vuol dare il senso di quel che combinano gli strumenti musicali alle sue spalle e sia nel rendere una comune azione quotidiana come “andare a dormire”, oppure un semplice cosa comune, vedi le “Rape Rosse”, un’opera musicale ricercata. Ha quello sfondo di psichedelia la sonorità adottata in questo cd, un lieve senso rock anni ’70 che si percepisce davvero. “Sentiero Rosso” è orientale, la melodia che i musicisti hanno avuto la capacità di ricreare si avvicina a quella che è la cultura musicale degli “occhi a mandorla”. “Macelleria” è un insieme di rumori musicati, è la delirante ricerca del significato di questi suoni, la prerogativa del brano, una traccia dagli aspetti misteriosi e ingarbugliati. La conclusione è simpatica, un perfetto elenco di ingredienti per la ricetta del “L’Uomo Perfetto” cantata da Emiliano Angelelli in un duetto allegro con Lavinia Sardi, un backstage musicato da rumori di cucina e da quel “coretto mezzo country” che per incorniciare la missione di “Non E’ Morto Nessuno”.
Articolo del
20/04/2011 -
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