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Lola’s Dead
Read Between The Lines Ep
2011
CD autoprodotto
di
Silvia Bacci
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Il progetto dei Lola’s Dead nasce nel 2002 con Alberto alla voce, Edoardo al basso, Tommaso alla batteria e Daniel Autobahn alla chitarra. Allora si chiamavano Die fesche Lola (dal titolo di un motivetto tedesco dei primi anni trenta) e ne venne fuori un demo autoprodotto nel 2004 intitolato “Anteprima”. Nello stesso anno entrò a far parte della della band Lorenzo che è rimasto poi come chitarra principale dopo che Daniel abbandonò il progetto. Suonano tra Pistoia, Prato e Firenze e tra il 2006 il 2007 autoproducono L’EP “Lontano…e oltre” che raccoglie i loro migliori brani fino a quel momento. Inizia così a nascere una “nuova Lola”, ovvero le sonorità della band cambiano, iniziano ad avvicinarsi al post-rock ed è il momento di cambiare nome: d’ora in avanti saranno i Lola’s Dead a sottolineare questo cambiamento. Dopo un assidua ricerca di sonorità, ritmi, temi nel 2011 esce questo EP “Those Who Read Between The Lines” completamente realizzato dalla band. I tre brani che lo vanno a comporre hanno sicuramente un’influenza post-rock ma etichettarli così è un po’ riduttivo. Il primo pezzo s’intitola “Sometimes A Newborn Lies” e con delicatezza, con estrema grazia fa entrare gli strumenti, poi la voce. Crea un’atmosfera, scivola nella ricchezza del suono, in una pienezza rock per poi crearne un’altra in cui si segue la lirica un po’ oscura e forse per questo affascinante del pezzo. Si prosegue poi con la seconda traccia: “Astronaut”, dai ritmi più movimentati, con toni sempre più rock. Anche qui troviamo diversi temi che si susseguono, che si intrecciano, si ascolta tutta la creatività della band. L’ultima “Van Helsing” ancora è dinamica, qualcosa di nuovo, qualcosa di già sentito: c’è tutto. Ciascuno dei tre pezzi ha una durata che oscilla intorno ai dieci minuti e sono dieci minuti che lasciano parecchio spazio allo strumentale, alle variazioni improvvise; riescono a creare dei “paesaggi sonori” eccellenti, vitali, in cui ci si può perdere per un po’ nella piacevolezza del suono. Ottimo lavoro!
Articolo del
24/04/2011 -
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