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City Final
How We Danced
2011
Five To Midnight/Unhip Records
di
Maria Francesca Palermo
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I City Final nascono ufficialmente nel 2009 dalle spoglie dei ‘Passione Nera’, insolito nome scelto per rendere omaggio allo storico gruppo hard-core punk di Torino, i ‘Nerorgasmo’. A manovrare i titoli di coda del precedente progetto è Andrea Pirro, frontman della band, ora pronto a rinnovarsi sotto le vesti inedite di un nuovo percorso artistico. Il risultato di questa trasformazione è una città sfumata in bianco e nero, una pellicola dalla grana fine che risente di influenze filmiche prossime alla desertificazione interiore. La capacità di costruire scenari narrativi con testi a dir poco corrosivi è la vera forza di “How We Danced”, incrocio folk-rock che sfiora l’immaginario americano come spaghetti western in salsa europea. Sensazioni teatrali dal tono desolato e polveroso che puntano il dito sopra una landa terrestre piegata all’estetica visiva del chamber-pop (”Flashforward At Three”, “Thirteen Moons”) e scandita dall’enfasi drammatica della voce di Andrea, ulteriore punto a favore della giovane band romana. Il passo dell’album, lento e felpato, ama misurarsi poco alla volta con il versante oscuro dal panorama rock sopra una base di arrangiamenti suadenti e delicati. La protezione melodica sembra, infatti, arrivare da una visione immaginifica di Morrissey (”The Lion’s Tears”, “Home From Home”) votata all’epico scontro di Morricone e Bacalov (”Strength In A Smile”, “Biergarten”), personaggi fantastici che spuntano dalle note minacciose dell’album per dosare malinconia e audacia in una sola zona di confine. A marcare il loro incontro è l’inventiva di chitarre che suonano senza tempo (”Dance With Me”, “North On Canvas”) spostando la matrice cinematica dell’indierock verso un luogo altro, una zona d’ombra scampata all’attacco dagli sciacalli e in attesa di un predominio terminale. Un esordio che a bassa voce ti rimane visivamente nelle orecchie come se a parlare di territori misteriosi fosse un western malinconico e retrò. Questa volta i City Final hanno davvero piazzato le premesse per una nuova fulgida carriera.
Articolo del
12/02/2012 -
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