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Faro
Al Lago
2011
ViVeriVive
di
Mirela Marta Banach
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“Orgogliosamente” distribuito da ViVeriVive, la nuova opera ”Al Lago” di Faro, giovine artista vittoriese spaziante tra un indie pop duale combattuto tra reminiscenze british e d’italiana memoria (ad es. Perturbazioni), stupisce dal primo palpito. Innanzitutto per la sua particolare brevità: l’EP è uno e trino ,tant’è che il ‘TrEp’ incita ineluttabilmente a ipercondensarsi sui brani col risultato di conoscerli a memoria dopo due giri di ascolto. Futile e personale particolare di contorno è la data del release: 12 settembre 2011, egocentricamente ricorrenza del mio compleanno, motivo di non spiegabile compiacimento al dato fattuale in quanto tale. Non scontata neanche l’idea della univoca stesura ed esecuzione strumentale dei brani, interamente curati dal cantautore Stefano Faraon il quale crea un tracciato giocato sul rifiuto dei rifiuti di una società non comprensiva del comprendere, volteggiando tra critiche dirette, voglia di rifugiarsi e propositivi leggermente ‘eversivi’. La title-track dà il benvenuto ad un incipit plasticamente ed elettricamente oscuro per poi sfociare di colpo in un basso pronunciato ed picchettature acustiche accompagnate da tonalità ‘faraonicamente’ acerbe. “Ho Milioni Di Colori In Me”; “Dentro Al Mio Albero Mi Arrampico Un Po’ Più In Alto”; “La Casa E’ Un Buco” paiono esplicare di per sé una confessione adolescenziale volenterosa di vivere il proprio profondo lago-cosmo lontano da plastici giudizi. Non stupisce difatti il titolo della seconda traccia “La Gente”, la sua essenza sì. Si balza nell’età della piena maturità cantautrice, introversa, carismaticamente psichedelica pur sempre circondata da solitaria coerenza di tracciato, ma distribuita con attrattiva tra interessanti apporti del synth ed un giro di basso richiamante quello di Paolo Tocchet. Si ultima con richiami esplicitamente storici: “La Canzone Di Guido Fawkes” richiama palesemente all’impiccato e squartato cospiratore della ‘Congiura delle Polveri’, ma l’italianizzazione del nome proprio tanto arricchisce la folcheggiante confessione musicale di ramanzine all'organo costituzionale del nostro di stato. Dove corre veloce se camminare non sa?... Con Faro l’esplicito si vela di individualismo incentrato sulla comunicazione interpretativa ben lontana da schematismi pietrificati. Stando all’essenziale copertina del TrEp si immettono idee per emettere sostanza, seppur innocentemente candida.
Articolo del
12/09/2011 -
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