Andrea Ra è uno dei tanti musicisti italiani che, con l’avvento del nuovo millennio, hanno deciso di lanciarsi in una nuova avventura: quella di una carriera solista parallela che gli consentisse sempre di continuare a suonare nei dischi e nei tour dei suoi colleghi. Con l’album d’esordio, risalente al 2002 ed intitolato Scaccomatto, il compositore capitolino aveva subito fatto capire quale fosse l’obiettivo principale della sua musica, ovvero quello di sviluppare nella maniera più trasversale – ed alternativa – possibile il rock.
Uno stile molto variegato il suo, frutto di un grande bagaglio culturale ampliatosi sempre di più con il passare del tempo. Oltre a ciò vanno anche riconosciute le indubbie qualità tecniche dell’artista, capace di disimpegnarsi alla perfezione non solo con il basso, strumento da lui prediletto, ma anche con la chitarra elettrica. Da ciò deriva una predisposizione mai nascosta verso un pop funk incalzante ed efficace, pronto però a farsi da parte e a lasciare il posto ad altre interessanti sfaccettature stilistiche che vanno poi a caratterizzare le sue composizioni. Un rock tagliente e moderno il suo, ricco di stacchi, variazioni simil prog e cambi repentini di tempo. Si deduce allora quanto complesse ed elaborate siano le sue canzoni. A rendere ancor più graffianti le sue produzioni ci pensa poi un linguaggio crudo e ruvido (con sprazzi di enigmaticità) che pervade costantemente i suoi testi. Le sue canzoni parlano di alienazione e di percezioni negative che scaturiscono da una visione non proprio serena, per non dire sconcertata, della società attuale. Ma c’è dell’altro che esce fuori dalla sua scrittura diretta ed istintiva. Questo è tuttavia quello che a grandi linee caratterizzava il suo album d’esordio. E, tutto sommato, è ciò che si avverte ascoltando attentamente il suo nuovo lavoro, uscito lo scorso 14 ottobre per la Modern Life ed intitolato "Nessun Riferimento". Non che le tematiche e le visioni della sua seconda prova in studio siano identiche a quelle racchiuse nel precedente, sia chiaro. L’attitudine è però quella e non lo si può nascondere. Nessun riferimento è un capitolo a parte, una nuova parentesi artistica di un percorso interiore tanto musicale quanto umano. E’ un disco sicuramente ambizioso e curato nei minimi dettagli, come testimonia del resto il lungo periodo di gestazione. Al suo interno scorrono tutte le riflessioni e le sensazioni accumulate negli ultimi tempi sfiorando, verso il finale, anche tematiche sentimentali e quindi meno spigolose del solito come accade nel primo singolo Insieme al vento e in Domani partirò.
Distribuito da Audioglobe e Believe Digital, l’album contiene ben ventitré tracce, undici delle quali sono dei veri e propri brani. Le restanti dodici takes fungono solo da piccoli episodi riempitivi. Rapidi intermezzi sonori incastonati tra un pezzo e l’altro quasi come se fossero piccole visioni di un tormentato sonno notturno bruscamente interrotto con l’avvento dell’alba. Registrato e missato insieme ad Emiliano Rubbi presso La Zona, Nessun riferimento è interamente scritto, arrangiato e prodotto dall’artista stesso. Un buon ritorno, nient’altro da aggiungere.
Articolo del
18/10/2011 -
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