Dopo i due autentici gioielli sfornati nei primi cinque anni di attività, le aspettative generali degli addetti ai lavori intorno al quintetto capitolino dei Pane non potevano che essere alte. L’eponimo disco d’esordio, dato alle stampe nel 2003, e il successivo “Tutta La Dolcezza ai Vermi” – pubblicato circa tre anni fa – avevano ben palesato le impressionanti doti musicali, ma soprattutto compositive, della band. Il loro modo affascinante d’intendere la canzone d’autore, impreziosita da diversi connotati classici e folkloristici, ha immediatamente attirato l’attenzione e l’interesse di quell’ampia fetta di ascoltatori esigenti che non si sono certo fatti scappare le suddette produzioni. Così, forti di una maggior fiducia e stima in se stessi, Claudio Orlandi e soci non hanno impiegato poi così troppo tempo per dare a “Tutta La Dolcezza ai Vermi” un seguito che fosse all’altezza. Un compito non certo facile, almeno in partenza. Eppure bastano pochi minuti d’ascolto per intuire come, grazie ad piena maturità artistica acquisita nel tempo, l’esame sia stato superato con scioltezza e a pieni voti. In questo nuovo disco confluiscono ancora una volta quella raffinatezza e quella classe che hanno fin dall’inizio contraddistinto la ricerca sonora del gruppo. “Orsa Maggiore”, ultimato nel maggio scorso dopo un anno e mezzo di duro lavoro in studio, racchiude circa cinquanta minuti di grande musica segmentati in nove emozionanti canzoni inedite. Il tutto è attraversato da atmosfere delicate, a tratti rarefatte, pervase – per quanto riguarda le liriche – da apprezzabili riferimenti letterari che fanno capo a grandi scrittori italiani ed europei. Se il testo della title track risulta essere un meraviglioso riadattamento de “La Nostra Marcia” di Vladimir Majakovskij, non da meno è certamente la rilettura del “Lamento Del Viaggiatore” di Gesualdo Bufalino che va ad impreziosire i versi di “Samaria”. Ma ancor più degni di nota sono i richiami testuali fatti confluire in “Cavallo” che, senza ombra di dubbio, può tranquillamente ritenersi il pezzo più ambizioso dell’LP grazie ad una struttura lontana anni luce da qualsiasi schema testuale – e soprattutto musicale – predefinito. Ad ispirare tale episodio, interpretato magistralmente in una chiave quasi teatrale, è infatti “Item”, direttamente tratto dall’opera di Victor Cavallo “Ecchime”. E’ il sottile equilibrio tra note e parole ad accentuare la profondità delle restanti canzoni. Accanto a composizioni abbastanza complesse come “Cavallo” trovano spazio brani testualmente più ermetici ma ricolmi di pregevoli code strumentali come accade sia in “Fiore Di Pesco” che nella conclusiva “Alla Luna”. Impossibile non contemplare la bellezza di due brani come “L’Umore”, vagamente “gucciniana”, e “Tutto L’Amore Del Mondo”. Un disco d’altri tempi, arrangiato con una strumentazione acustica ed essenziale ma non per questo troppo minimalista e, quindi, privo di colori. “Orsa Maggiore” si candida tranquillamente ad essere una delle migliori prove in studio di tutto il 2011 musicale italiano che si appresta a volgere al termine. Indispensabile per chi possiede palati finissimi ed è alla ricerca continua di qualità, bellezza ed eleganza. Da avere. Subito.
Articolo del
27/10/2011 -
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