|
BENVENUTO SU EXTRA! MUSIC MAGAZINE - La prima rivista musicale on line, articoli, recensioni, programmazione, musicale, eventi, rock, jazz, musica live
|
|
|
|
|
|
OGM
Emotivamente Instabile
2011
Danze Moderne
di
Marco Poggio
|
|
Formatisi nel 2000 dalla disgregazione di alcune band teramesi, gli OGM arrivano, dopo una lunga e decennale gavetta, al tanto agognato debutto discografico. Gavetta che non sembra però aver aiutato i nostri a forgiare una formula sonora ben definita, e la loro opera prima ci mostra un gruppo ancora senza una precisa identità, in bilico tra distorsioni new wave, rasoiate elettriche di matrice quasi punk e derive cantautorali. Impressione che viene ulteriormente confermata dall'ascolto di "Emotivamente instabile", nel quale il loro ‘rock modificato’, come viene definito dalla stessa band, mostra in più di un frangente qualche punto debole. A tutto questo si aggiunge una produzione eccessivamente pulita, che smussa le spigolosità musicali della band, attenuando così l'irruenza tipica del genere proposto dai nostri. Alla title track spetta il compito di aprire il disco tra echi new wave, sfuriate in odore di punk ed inserti elettronici, mostrandoci subito i limiti di un sound debitore nei confronti di troppi stili musicali. Si passa così dal quasi funk di "Il Bluff" al simil ska di "Due Leoni", per arrivare alla conclusiva "Silvia" che pare un outtake di un disco dei primi Police. "Fidati Di Me", "Caterpillar" e "Antitesi" ci riportano invece in territori cari alla new wave e a certo rock anni '80, senza però riuscire a convincere fino in fondo. Rock con venature punk che ritroviamo nelle furia elettrica di brani come "La Campana Di Vetro" e "Res", penalizzati però nella resa da una produzione decisamente asettica. Una formula sonora quella degli OGM che cerca di accontentare i più differenti palati rock ma che alla fine lascerà più di un ascoltatore con l'amaro in bocca. Sia ben chiaro, possibilità di miglioramento se ne intravedono eccome, basterà solamente che i nostri riescano a canalizzare il proprio estro creativo in un genere musicale ben definito, evitando un ulteriore pastiche sonoro come quello qui presentato. Menzione particolare invece per i testi, mai banali anzi, capaci di trasmettere un disagio sociale ed emotivo ben esemplificato anche dal titolo dello stesso album. Un esordio tra molte ombre e poche luci quindi, dove ad essere instabile non è solo il lato emotivo, ma purtroppo anche la parte prettamente musicale.
Articolo del
28/11/2011 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|
|
|
|
|
|
|
|
|
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|