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"Kumquat May" è il secondo album dei W.W. Lowman, gruppo di Chicago abbastanza particolare. Le atmosfere sono autentiche, rilassanti ed eleganti in stile lounge, con elementi che provengono da vari generi (dal pop al jazz più sofisticato). "Bourge" è un brano d'apertura azzeccato, forse un pò eccessivo come durata, ma non male come inizio. Il successivo, "Cuts Like A Knife", parte subito con uno stile più sbarazzino ed elettronico, ma anche qui, i minuti risultano davvero troppi per quello che c'è da carpire. L'unico brano che non trovo esageratamente prolungato è "Cannonais", abbastanza orientaleggiante, mistico ed elegante, perfetto per un pomeriggio di meditazione. Non delude neanche "Some Song That Is", allegro e brillante, per iniziare la giornata con tutte le buone intenzioni del caso. Non è ben chiaro invece l'inserimento di un pezzo come "Stout Leroy", che sembra esiliarsi dallo stile comune dell'album, ma che forse, proprio per questo, potrebbe costituirne la perla. Cosa si può dire invece di "Ly Roo Kay"? Non molto, se non che va ascoltato. Neanche "Half To Love" è da sottovalutare, con le sue atmosfere fantastiche e sognatrici. Ma il vero colpo di fulmine è "Gnawsh", brano conclusivo, che chiude alla perfezioni il cerchio cominciato con "Bourge". I W. W. Lowman hanno qualcosa di magico nella loro musica, che forse andrebbe approfondita un pò, perchè per quanto risulti piacevole, può diventare noiosa e monocorde. Ma diamogli tempo, sono solo al secondo lavoro.
Tracklist:
1) Bourge 2) Cuts like a knife 3) Cannonais 4) Some song that is 5) Stout Leroy 6) Ly Roo Kay 7) Half to love 8) Gnawsh
Articolo del
09/12/2011 -
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