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Kyle
This Is Water
2011
Overdrive Records
di
Fernando Rennis
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”This Is Water” è una giornata d’inverno che non t’aspetti, di quelle col sole caldo che ti culla dolcemente mentre tu t’aspettavi di prendere l’ombrello. Sembra tutto più fuori dall’ordinario nella sua semplicità. L’album di Kyle, disponibile in formato digitale ed in vinile, registrato tra l’agosto e l’ottobre di quest’anno in un numero indefinito di posti e col contributo di fior di musicisti dell’ambiente cosentino, dipinge la tela delle sensazioni con pennellate dolci e leggere e si adagia sulle percezioni dispiegandosi in dieci brani di seta, delicati ed incisivi allo stesso tempo. ”Last Days” conserva tutta la poesia di un bambino che fa capolino in fondo ad un lungo corridoio e si fa avanti pian piano fino a perdersi nel suo stesso sorriso, disarmante nella sua spensieratezza e perfetto nella sua semplicità, la stessa che rende ”How To Fix A Wrong Night” una litania agrodolce che stringe il cuore. L’intimistica ”Doggy Bag” e la beatlesiana ”Empty Fragment” (primo singolo il cui video è stato curato dalla Tycho Creative – Studio) completano la prima parte del disco che si chiude con ”Books”, il cui ritmo incalzante intriga e il testo ricorda l’incanto ed il potere che i libri hanno. Il lato B del disco scivola via senza perdere l’alchimia che sorregge tutto l’album, così dopo la slide guitar di ”Clandestine Song”, il ritmo sincopato di ”Cowboy Memories” e la jazzata ”Welcome Mark” arriva uno dei pezzi meglio riusciti: la title track ”This Is Water” è un fiume che scorre su parole che racchiudono la metafora dell’acqua come elemento vitale. Vitali sono alcuni rapporti interpersonali, speciali perché lontani dalle categorizzazione fin troppo razionali che siamo abituati a fare, vitale è la ricchezza che ci regala la lettura, i ricordi che volenti o nolenti ci portiamo addosso, persino trovare l’altra luna, magari quella di Green Water la nenia che cala il sipario sul disco. Questa è l’acqua: un elemento trasparente perché puro, una sostanza che non ha forma ne colore perché si lascia filtrare dalla luce e riempie i vuoti. Kyle riesce a descriverla a tal punto che quando l’album finisce vien quasi voglia di asciugarsi la guancia, si chiama magia.
Articolo del
14/12/2011 -
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