Sushi Rain Breathless 2011 Madamadorè Records di Arianna Mossali

Si inserisce liscio liscio nel filone del divertissement musicale e dell’esperimento a cuor leggero ”Breathless”, nuovo lavoro dei Sushi Rain, nati nel 2002 come Valentine e con tale nome già autori del demo ”Loading” (2005). In questi anni si sono fatti conoscere sui palchi toscani e nell’ambito di vari contest musicali, grazie anche al recente inserimento di una loro track in una compilation della californiana 272 Records.
In “Breathless” la parte principale spetta alle accattivanti melodie, ben radicate nell’hard rock (Living Colour su tutti), a tratti sconfinanti nel più furbesco hair metal. Alla ricerca della botta di originalità, i Sushi Rain si lanciano alternativamente su due strade, all’apparenza totalmente divergenti l’una dall’altra: la prima consiste nel cercare di portare in primo piano la ritmica anche attraverso un cantato crossover, a tratti rappato (peccato però che Matteo Carrai non sia Anthony Kiedis, e che la pronuncia inglese un po’ rozza abbia un effetto vagamente… “provinciale”); la seconda comporta repentini e un po’ troppo azzardati ghirigori prog-funk alla Toto. Non certo per presunzione o supponenza da parte della band, ma queste “sviolinate” su un sound prettamente rock danno la sensazione di essere casuali, non del tutto cercate, quasi frutto di una jam session più che di un lavoro di studio.
Il sapore ottenuto è quello di una zuppa gustosa, ma con troppi ingredienti. Considerato l’approccio sbarazzino dei Sushi Rain alla loro musica, probabilmente non hanno perso troppo tempo a riflettere sull’organicità e sulla coerenza del prodotto, che peraltro è piacevole, giocoso e tutt’altro che trascurabile dal punto di vista tecnico. Un uso più fluido e selettivo degli elementi potrebbe condurre a risultati sorprendenti.