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The Wisdoom
The Wisdoom EP
2011
Phonosphera Records/Ozium Records
di
Alessandro Basile
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Anche se è uscito già da parecchi mesi, vale davvero la pena dedicare una manciata di righe all’ottimo esordio discografico dei Wisdoom, interessante progetto musicale capitolino artisticamente attivo da poco più di anno. Distribuito da Phonosphera ed Ozium Records, l’eponimo minialbum della band risulta essere un perfetto biglietto da visita per quattro ragazzi molto determinati e, cosa forse più importante, convintissimi dei propri mezzi. L’EP è composto da tre brani decisamente articolati, soprattutto dal punto di vista strutturale. Più che di “pezzi”, sarebbe lecito parlare di “cavalcate”. Per due motivi: anzitutto perché la durata media dei singoli episodi non scende mai sotto il muro dei dieci minuti; in secondo luogo perché l’intensità delle ‘suites’ riesce ad evocare immagini e sensazioni che vanno ben oltre i consueti schemi stilistici delle rock band attuali. Si tratta infatti di brani caratterizzati da lunghe, devastanti progressioni sprigionate dalle ottime chitarre elettrice pronte a contorcersi e a straripare nei più incredibili sviluppi ipnotici. Le atmosfere prettamente doom si lasciano attraversare senza alcun tipo di logica da folgoranti sprazzi di stoner. Non mancano neanche psichedelia e noise, elementi fondamentali per attenuare il background “metalloide” del gruppo. Va inoltre fatto presente come, in questa produzione, non siano racchiuse solo ed esclusivamente delle tracce strumentali. Anche se sporadico, il cantato in inglese (sulla falsariga dei migliori Kyuss) riesce quindi a ritagliarsi lo spazio che gli compete emergendo inaspettatamente tra i mastodontici riff chitarristi, sfoderati dall’accoppiata Dario Iocca/Francesco Pucci, e i possenti colpi di batteria scoccati dalle bacchette di Alessandro Commisso. Se ascoltato con un volume giusto, e possibilmente in cuffia, un disco del genere riuscirebbe senz’altro a dare il meglio di sé grazie all’ottima coerenza sonora che lo contraddistingue. I componimenti risultano infatti talmente complementari che se i Wisdoom avessero deciso di racchiudere tutto in un’unica traccia nessuno se sarebbe accorto. E’ ovvio che un lavoro come questo richiede, al momento dell’ascolto, un’attenzione particolare. Per comprenderlo ed apprezzarlo a dovere è quindi consigliata una partecipazione costante, se non attiva. Metterlo in sottofondo non avrebbe alcun senso, per il semplice fatto che, in un contesto poco adeguato, non si riuscirebbero a cogliere quelle incredibili esplosioni sonore destinate poi a fare la differenza nei frangenti di maggior rarefazione. Insomma, un gran bel viaggio lisergico all’interno del quale perdersi non è altro che un piacere.
Articolo del
26/12/2011 -
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