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Super Dog Party
The Big Show
2011
CD autoprodotto
di
Alessandro Basile
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Gli ultimi mesi del 2011 sono stati contraddistinti da un non indifferente numero di ottime produzioni discografiche. Album strepitosi, da leccarsi i baffi (basti pensare a “El Camino” dei Black Keys). Il discorso vale sia per il ‘mainstream’ europeo/statunitense che per l’underground italiano. Del tutto deludente, salvo rare eccezioni, si è invece rivelato il pop nostrano. Proprio dalla scena indie mediterranea – e nello specifico capitolina – è arrivata, a fine novembre, la prima raccolta di canzoni inedite di uno dei progetti più sensazionali del momento: i Super Dog Party. Attivo da un paio d’anni circa, il power trio capitanato dall’estroso cantante e chitarrista Alessandro Peana (già membro dei Boomers) ha finalmente dato alla luce il suo LP d’esordio intitolato “The Big Show”. Interamente autoprodotto e distribuito da Goodfellas, l’album racchiude sei tracce scoppiettanti ed una dolcissima ballad acustica, ovvero “Greyhounds’ City”, che sembra un po’ rievocare gli stranianti intermezzi strumentali presenti negli storici dischi dei Jon Spencer Blues Explosion. Del resto il taglio è quello. Bastano i tre minuti dell’iniziale “Asshole” per accorgersi quanto lo stile dei Super Dog Party sia caratterizzato dalle sonorità tipiche d’Oltreoceano. La scelta di puntare sul cantato in inglese rafforza tale impressione. A questo punto il lettore si chiederà: cosa accade esattamente dal punto di vista musicale? Accade che l’attitudine punkettoide si lascia attraversare senza sosta dalle incalzanti scorribande bluesy che difficilmente vengono tenute a freno. A ciò si aggiungono poi abbondanti spolverate di rock n’ roll, giusto per rendere ancor più fomentante un sound che, nella sua ruvidità, mantiene una sottile eleganza. Accanto al rock e al blues si ritaglia infine un po’ di spazio anche il funky, decisivo nel groove travolgente della conclusiva “The Masterchef” (composizione un po’ sulla falsariga dei mitici Super Elastic Bubble Plastic). E’ in un brano del genere che sale in cattedra l’intesa perfetta della sezione ritmica che vede Nando Amorese al basso e Massimiliano Di Santo alla batteria. Ecco dunque servito un lavoro speciale in quanto esplosivo e sfrontato, libero da qualsiasi schema. “The Big Show” risulta essere un disco dotato di grande istintività che, unita alla voglia implicita da parte della band di lasciarsi andare, riesce a far letteralmente godere l’ascoltatore. D’altronde come si può restare impassibili di fronte a vere e proprie scariche di elettricità come “On Monday” e “Nip Tuck”? Si tratta di pezzi talmente coinvolgenti che viene quasi voglia di ballare o, se non altro, di saltellare pericolosamente sul sedile della propria auto. Ha un solo difetto “The Big Show”: la brevità complessiva. Per via dei sette brani inseriti in scaletta, l’album non supera infatti i ventiquattro minuti di durata. Tutto sommato il problema non si pone. Finché non si consuma basta riavviarlo a ripetizione, no? Altro giro, altra corsa!
Articolo del
05/01/2012 -
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