Cardiophobia Cardiophobia 2011 Settembre Records di Daniele Bagnol

Sotto l’ala protettrice della giovane Settembre Records, ecco in uscita il primo disco ufficiale dei Cardiophobia, progetto riminese che dal 2003 ha calcato i palchi di varie manifestazioni nazionali - sotto il nome di Standard Studio - alla ricerca di successo e notorietà. E con questo disco omonimo il salto del fosso viene fatto, perché finalmente si ha qualcosa di concreto di cui parlare e una base da cui ripartire.
Dal punto di vista tecnico nulla da dire, i quattro ragazzi riminesi spaziano tra l’indie-rock di matrice italica tra le varie influenze dei maestri degli anni '90 - Marlene Kuntz, Afterhours, Verdena - e la nuova scena new-wave internazionale con buoni arrangiamenti: ma se c’é una pecca da trovare, quella va fatta risalire alla scolasticità con cui vengono graffiati i brani, troppo negli schemi prefissati ed eccessivamente marcati, come se la ruggine che compare nelle melodie sia un elastico teso fino alla sua massima estensione (da ”Niente di Speciale” a ”Fiamma”). Un'ansia profonda e costante che viene perpetuata spesso dalla band, alla ricerca di quel sound maturo ed allo stesso tempo pungente, espressione di uno status generazionale attuale di rabbia atavica.
Aldilà del guado, compaiono anche tracce più armoniose di impronta simil indie-rock (la coppia ”Settembre” e ”Come Quando Piove”, ma anche l’ omonima ”Cardiophobia”, vero inno al cuore pulsante, ed ”In Disparte” che cerca di volare troppo alto) che vengono però risucchiate dal vortice oscuro. Una nota di valore particolare va assegnata alla composizione delle liriche che, nella tradizione cantautorale dei maestri già menzionati sopra, riesce a staccarsi dal cordone ombelicale per produrre testi ombrosi, vera perla del disco.