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Phaith
Redrumorder
2011
Drop Down
di
Arianna Mossali
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Voi e la vostra rock band vi dannate da tempo immemorabile per trovare il modo di pubblicare il vostro debut album? I pezzi sono praticamente pronti, ma ad ogni ascolto vi lasciate catturare dall’idea di aggiungere un nuovo assolo o di provare un accordo differente? Consolatevi: in questa fase i Phaith ci hanno passato qualcosa come dieci anni. La biblica gestazione – conciliata dagli splendidi scenari dolomitici, da cui i nostri sono partiti per dividere il palco con White Skull, Primal Fear, Rage, Atrocity e Doro - ha prodotto ”Redrumorder”, risultato sicuramente notevole, anche se forse non giustifica cotanto penare. “Redrumorder” è un buonissimo lavoro: tosto nei contenuti senza essere inutilmente politico, profuma di Iron Maiden e soprattutto di Judas Priest senza per questo puzzare di stantio. Ciononostante, è con una certa fatica che si termina l’ascolto dell’album, forse appesantito da troppi brainstorming in fase compositiva. Il più delle volte la prolissità fa a cazzotti col metallo e impedisce ai brani di centrare il bersaglio, specialmente quando non è compensata da un arrangiamento all’altezza; ergo, a meno che non vi chiamiate Dream Theatre e possiate permettervi una suite di venti minuti e rotti (che, beninteso, è estenuante anche qualora voi siate effettivamente i Dream Theatre), il consiglio sempre valido è: siate semplici e concisi. Questo nulla toglie alla qualità del lavoro, impreziosito da parti strumentali pregevoli e da alcune track davvero azzeccate: l’opener ”War Morning 2.12”, “Another Heart To Hurt” che contiene un riff e un assolo tra i migliori dell’album, “Factory Of Enemies”, strutturata in due fasi con un break lento che la rende più movimentata, e la splendida ”12 Wings”, un capolavoro di melodie ponderate ed evocative che non pregiudicano affatto la potenza del brano. A queste fanno da contrappunto altre tracce meno indovinate, in cui si ha l’impressione che l’immaginazione abbia prevalso sull’istinto. Ciononostante, ci sono tutti i presupposti per un grandioso seguito di “Redrumorder”. In bocca al lupo, ragazzi!
Articolo del
21/01/2012 -
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