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Nostalgici dei b-movies italiani anni ’60-’70? Edwige Fenech, Barbara Steele, Barbara Bouchet, Ursula Andress… sono le vostre ossessioni seducenti e perverse? Se le imprescindibili eroine di quel cinema lì, thriller e horror soprattutto, continuano a togliervi il fiato, Madame X vi ha appena fatto un regalo. Le “Dive Cattive” del disco sono le protagoniste del grande schermo che hanno creato un archetipo di femminilità, sempre in bilico tra la derisione e l’ipnosi del pubblico, tra la storica disapprovazione della critica snob e la recente rivalutazione della critica ‘snobbish’. I Madame X, alla loro seconda fatica, decidono di dar vita ad un concept album ispirato al mondo musicale ed estetico di questo cinema, facendone «parte omaggio, parte sacrilegio». Il disco è composto da 14 brani inediti, con ammiccamenti alle colonne sonore di Morricone, Cipriani, Piccioni & Co. Le atmosfere noir sono accentuate dai microfoni vintage e da synth e moog registrati all’aperto di notte, ottimi espedienti da vero sound design cinematografico che conferiscono una pasta materica alle canzoni. I testi, quasi tutti di Alessandro De Benedetti, leader e voce del gruppo, si mescolano con chitarre noise, ritmi punk e garage, viole, violini e fiati à gogo. Il brano che apre il cd, ”Reazione a Catena”, è anche il primo singolo di lancio, accompagnato da un video di Cesare Cicardini (date le premesse, avremmo apprezzato un pizzico di ironia in più per la diva, prima vittima e poi carnefice, di turno). Bella la ”Danza Macabra” con i suoi arrangiamenti raffinati, oggetti usati come strumenti e coretti sognanti anni ’60. Seguono canzoni che reinventano, rivisitano, reincarnano i film, le ombre notturne, le donne, attraenti e crudeli, ingenue e indifese. “La decima vittima” di Elio Petri, “La morte cammina con i tacchi alti” di Luciano Ercoli, “La sposa in nero” di Truffaut, sono alcuni dei film che ispirano le varie tracce. Temi romantici, atmosfere sospese, sonorità retrò, esplosioni tecno, melodie a tinte fosche che preludono a scene in cui la povera protagonista urla di terrore, sono tessere di un mosaico variopinto ma omogeneo, sfumature che affrescano un universo cult ricco di chiaroscuri. Il progetto del quartetto milanese, cinefilo fin dal nome d’arte (Madame X è un film degli anni ’20, con remake del 1966 con Lana Turner), è inconsueto e convincente. È istintivo immaginare ogni traccia sui titoli di coda dei film da cui traggono ispirazione. Di sicuro, il disco ci fa venir voglia di correre a scoprire o riscoprire una dozzina di dive cattivissime, femmes fatales di vecchie inimitabili pellicole.
Articolo del
07/02/2012 -
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