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Il Muro Del Canto dopo il singolo di due anni fa ”Luce Mia” che attirò l'attenzione dei curiosi e l'Ep ”Il Muro Del Canto” del 2011, finalmente esce con il suo primo album di esordio intitolato ”L'Ammazzasette”, che rivisita canti popolari romani in un'ottica contemporanea e di denuncia. Questo album parla dell'amore e della morte prima di tutto, quelli disperati, quelli della gente di strada, quelli della Roma più autentica; e parla della vita, di tutte le sue sfaccettature, le sue delusioni e le sue ipocrisie. Non si fanno sconti in questo album, ce n'è per tutti e non solo i temi del cantato di Daniele Coccia fanno emergere lo strazio delle anime tormentate, di chi in questa contemporaneità ci vive tutti i giorni mangiando il suo fango, ma anche la musica aiuta a creare quell'humus sonoro che permette di far veicolare il messaggio più chiaramente. Certo, per chi è di Roma sarà più facile riconoscersi e ritrovare tanto della storia della propria musica popolare, ma anche coloro che non vivono in prima persona la realtà della città eterna potranno trovare degli spunti e delle lezioni in questo album a dir poco prorompente. Infatti, c'è tutto lo scibile del fallimento della razza umana in questi brani che si susseguono tra amori disperati, morte e denuncia che arriva addirittura al clero e alla sua cecità di fronte ai veri miserabili della vita. Quello che stupisce è che ascoltare questo album è come leggere un libro; le storie si susseguono e ci si appassiona come se si stesse sfogliando un thriller, a volte si sognano quei miseri luoghi della povertà di spirito, se non di quella reale, come se fossero parti di una sceneggiatura che Il Muro Del Canto mette sul palco sonoro solo per i suoi ascoltatori, intesi come quelli che sanno ascoltare. Piccoli teatrini che prendono vita, un po' pirandelliani in alcuni punti, con grandi verità cantate in coro e vendette portate a compimento nel sottofondo. Gli strumenti si uniscono in un sol uomo per cantare Roma, l'Italia e l'umanità, tutto insieme fino alla fine, fino all'ultimo alito di suono che ci è concesso ancora emettere. La forza di questa band emerge con insolenza e senza premure per chi la ascolta, quasi a voler dire “o ci amate o ci odiate”. I loro numerosi concerti dal vivo hanno già dimostrato la loro bravura e capacità di unire il pubblico in una sola voce, le premesse sono ottime, il successo è a portata di mano, ora staremo a vedere in quale altro meandro appassito dell'anima umana ci sapranno portare in futuro e fin dove sapranno far arrivare la loro voce.
Articolo del
14/02/2012 -
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