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Slivovitz
Bani Ahead
2011
MoonJune Records
di
Giuseppe Celano
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Non tutti gli italiani all’estero parlano con accento siciliano, mangiano pizza o suonano ‘u mandulino. Alcuni, come Leonardo Pakovic, sono lì con l’intento di esportare la nostra professionalità all’estero altri, come gli Slivovitz, vanno in giro a suonare. La Moojune Records è un’etichetta che da anni ormai produce alcune delle cose più interessanti nel campo delle contaminazioni fra rock e jazz. Come gli altri colleghi di casa Moonjune anche gli Slivovitz propongono un contatto trasversale fra il disciplinato jazz e lo scapigliato rock. Loro sono in sette, spalmati fra i vari strumenti che comprendono anche tromba, sassofono tenore/soprano e violino. Il risultato è una fusion supportata da fiati cangianti che s’infilano fra la sezione ritmica serrata. La sola opener ”Egiziaca” vale l’acquisto di questo cd ma la successiva ”Cleopatra Through” sa fare anche di meglio con le sue atmosfere arabeggianti, gli incastri ritmici alla “Talking Drums” dei King Crimson e gli intrecci nevrotici in controtempo. Questa è musica per tutti i sensi del corpo, nessuno escluso. Al terzo step non poteva mancare una classica ballad, ”Fat”, dai toni delicati e dalle atmosfere soft seguita dalla gemella ”Vascello” che, partendo dagli stessi lidi, si modifica inaspettatamente in corsa. Le atmosfere di questo disco ricordano Pharoah Sanders ma per le orecchie che non hanno mai avuto il piacere di incontrare il sassofonista potremmo dire che questo disco suona come la roba prodotta dalla Mahavisnu Orchestra di John Mclaughlin. Uno degli highlight assoluti è ”Opus Focus”, un interessante e rarefatto brano ricco di effetti appena accennati. Le sue note fluttuano verso l’alto come aria calda al di sopra della struttura, immersa in un liquido schiumoso. L’effetto è quello di una vasca di deprivazione sensoriale. Atmosfere balcane, temperamento mediterraneo, rimandi alla musica brasiliana e una spolverata di New Orleans flavour sono solo alcune delle piccole, ma significative, variazioni all’interno dei brani. ”Bani Ahead” splende di luce rifratta dai vari lati di questo piccolo gioiello.
Articolo del
23/02/2012 -
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