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Colapesce
Un Meraviglioso Declino
2012
42Records
di
Fernando Rennis
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“Arriveranno presto, si prenderanno anche il silenzio” ma non potranno portare con loro le emozioni suscitate dall’album di Colapesce, quando ci troveranno ancora con la pelle d’oca causata dall’ascolto di ”Un Meraviglioso Declino”. I brani del primo disco di Lorenzo Urciullo (già Albanopower e Santiago con Alessandro Raina degli AmourFou) sono i primi raggi di sole che spuntano dalle montagne ancora innevate e catturano subito l’attenzione perché forti del carico di poesia che portano con loro. Le parole si dispiegano sulle melodie come fotogrammi di una pellicola che si susseguono e creano istantanee suggestive che la brezza del brano seguente farà scivolare sulla pelle per far posto a nuove sensazioni. Il ‘fil rouge’ che passa attraverso le tredici canzoni di questo disco è il cantautorato italiano rivisitato e aggiornato con accenni di elettronica, i riferimenti musicali più chiari sono Battisti, anche per le sfumature che la voce di Lorenzo ha in alcuni momenti, e Fleet Foxes per quel indie-folk che serpeggia un po’ ovunque. Il tutto è reso ancor più denso dalle orchestrazioni di Roy Paci che è solo uno degli ospiti dell’album (tra i quali si possono trovare Giuseppe Sindona e Toti Valente, gli altri due componenti degli Albanopower, Alessandro Raina ed Andrea Suriani). La freschezza musicale riflette un’abilità di scrittura già matura e sorprendentemente consolidata che intreccia episodi di vita quotidiana a richiami alla situazione del Belpaese. La cosa sconcertante è che in “Un Meraviglioso Declino” non ci sono punti deboli, l’esordio discografico di lunga portata di Colapesce porta già nel suo titolo l’aggettivo che ben lo rappresenta ed accostarlo ad un sostantivo che descrive appieno la situazione sociale italiana non fa altro che impreziosire il valore di ciascuno dei piccoli gioielli che Lorenzo è riuscito ad incastonare così bene. E se non bastasse, per chi ha preordinato il disco, c’è ”Nuove Cover” ovvero una raccolta di brani reinterpretati dal ragazzo siciliano. Su tutte campeggia la straziante spiritualità di “Maria Maddalena” di Venditti, avendola ascoltata in un primo momento dal vivo nel tour di Santiago avevo qualche pregiudizio su di una ipotetica versione studio e invece l’emozione è rimasta intatta. Tornando all’album di inediti, se proprio bisogna segnalare un episodio in particolare allora è giusto dire che ”Sottotitoli” è un capolavoro ma la difficoltà nel scegliere il brano è la prova tangibile del talento di Lorenzo.
Articolo del
05/03/2012 -
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