Kamikaze Queens Automatic Life 2011 Sounds of Subterrania/Family Affair di Marco Buccino

“This is Berlin punk cabaret”: recita così il retro del booklet di “Automatic Life”, secondo full lenght per le tedesche Kamikaze Queens, con le due lead singer Mad Kate e Trinity Sarrat, truccatissime e avvenenti, veri e propri animali da palcoscenico determinate a rompere gli schemi e a combattere la “Automatic Life”, quel senso di automatismo che pervade la società moderna. Il sound di questo quintetto coinvolge, agita e prende, coniugando punk 77 e rock'n'roll con burlesque, rockabilly e garage in quattordici brani che esaltano Nico Lippolis alla batteria, Lloyd Clark II al basso e Tex Morton alla chitarra.
Apre le danze “Tastee 29”, omaggio al post-punk in cui l'affascinante voce di Mad Kate si combina con la verve di Tex Morton. “Good Times” è carica di groove, “Snagged On My Stilett” richiama molto Patti Smith, ”Automatic Life” mostra un punkabilly veloce e sincopato. “I Wanna Know You” non convince, l'intro di “3 Strikes” è in stile R.E.M., segue “I Ain't Sorry”. Quindi, arriva la trilogia ispirata al mondo marino di Geraldine: “Sweet Geraldine”, “Do The Crab” e “I Was A Teenage Mermaid”, in cui si ripropone la storia della sirena dalla mentalità umana. “Night Life” imprime una svolta dark e negativa; ortodossa “I Just Can't Help It”, più hardcore “Trannequin”, ironia swing e jazz in “It Ain't No Sin”.
Pregio o difetto che sia, i Kamikaze Queens sono uno di quei gruppi che danno il meglio sul palco, rivelando in pieno la loro attitudine votata al punk, ma non riescono a incidere così tanto nelle registrazioni del disco, che risultano un surrogato della loro reale potenza, rendendo così l'ascolto molto limitato. Parte della critica ha definito le Kamikaze Queens come una riedizione punk dei No Doubt guidati da Gwen Stefani: senza scomodare questi paragoni scomodi e poco calzanti, Mad Kate e Trinity Sarrat vogliono soltanto scatenarsi e liberare una grande energia con la loro musica.