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Marco Machera
One Time, Somewhere
2012
Innsbruck Records
di
Chiara Felice
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“One of the first tracks he sent me sounded like The Beatles with Tom Waits”. Ascoltando la versione definitiva dell'album “One Time, Somewhere”, non possiamo non associare questa frase di Pat Mastelotto alla splendida “Days Of Summertime”, vera e propria perla di stampo beatlesiano, ricca di intuizioni che riportano a galla una certa nostalgia verso quei favolosi sixties, anni carichi di invettiva e genialità. “One Time, Somewhere” è il disco di debutto di un artista – Marco Machera – che negli anni è riuscito a raccogliere intorno a sé la stima di musicisti del calibro di Pat Mastelotto, Rob Fetters e Mark Kostabi, artisti che oggi ritroviamo in molti brani del primo lavoro dell'artista italiano. Il fascino di questo disco risiede nella grandissima varietà di suoni che lo pervade; non troviamo una linea musicale che viene portata avanti dal primo all'ultimo brano, ma una sorta di ‘melting pot’ musicale: nove racconti che si concentrano soprattutto sull'ambiente metropolitano (eccezion fatta per la texana “El Muerto”). “I don’t play music – I make it happen” questa è la filosofia di Machera, attitudine che lascia aperte tutte le porte della conoscenza, scavalcando gli ingombranti limiti che l'essere relegato ad un determinato genere potrebbe porre. Questo andare a briglia sciolta - che un po' ricorda la volontà del primo Gabriel solista - rende questo lavoro tanto interessante quanto particolare. Si passa senza alcuna preoccupazione dallo squarcio di luce di “Days Of Summertime”, alle crepuscolari atmosfere di “Down Below”, fino ad arrivare all'ipnotico e turbolento richiamo d'oriente di “Troubled Childhood”. Gli arrangiamenti di queste nove istantanee in “formato pop” - ma senza soluzione di continuità, come piacerebbe agli amanti del progressive - sono impeccabili, curati fino ai minimi dettagli estetici; alternando con arte certosina l'entrata in scena degli strumenti musicali. In pochissime circostanze riaffiora alla mente il sound tipico di altre band: in questo eterogeneo flusso di pensieri in musica Marco Machera dimostra di avere una propria personalità musicale, capace di essere emozionante e travolgente, senza sentire il bisogno di aggrapparsi ai giganti che hanno segnato la storia del rock. “One Time, Somewhere” ha il fascino discreto di un artista dai raffinati gusti musicali; un inizio eccellente quello del cantautore e polistrumentista italiano.
Articolo del
24/03/2012 -
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