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Vampiri e creature della notte d’Italia, preparatevi a levarvi dalle vostre cripte/loculi/bare o quel diavolo che sia, e a danzare una sinfonia di sangue sulle note di ”Parasynthesis”, splendido e morbosamente gotico debut album dei Levania. Still, Raven, Fade e Gianz sono gli ideatori del progetto, che ha trovato in “Ligeia” (un nome, un perché, almeno per chi conosce il terrificante racconto di Edgar Allan Poe) la voce perfetta: tenue, soave, quasi incorporea eppure al tempo stesso ipnoticamente sensuale. Il genere proposto dai Levania è piuttosto singolare, almeno nel panorama italiano. Ben poco ha a che vedere con le sfumature industrial un po’ livide che caratterizzano molto dell’ambient dark moderno, e a cui non sfugge neanche la band simbolo del gothic rock di casa nostra, i Theatres des Vampires. Alle coloriture decadenti e sempre vagamente (solo vagamente?) necrofile d’ordinanza, infatti, i Levania preferiscono abbinare sonorità un po’ più calde e soffusi influssi mediterranei e zingareschi, con un risultato molto orecchiabile, esteticamente e artisticamente pregevole, come ad esempio in ”The Narrow Way Of Juliette”. Su questa base molto particolare, i nostri revenants si concedono spesso e volentieri una scampagnata nel symphonic metal e nei toni della saga mitologica (”Eroica”, le tre parti di ”Agharti”, “Carthago Nova”), palesando comunque un debito di ispirazione nei riguardi di Nightwish, Epica, Tristania, After Forever, Therion, insomma di tutto l’esercito di colleghi, per lo più nordeuropei, che si avvalgono di ispirazioni romantiche, arrangiamenti imponenti e scintillanti voci femminili. E, esattamente come per tutti i suddetti, l’album dei Levania paga l’inevitabile scotto di essere talmente bello da sembrare finto. Chiaramente stiamo parlando di un genere in cui l’artificiosità, la teatralità, e l’importanza dell’immagine fanno parte del gioco non meno della musica in sé, quindi certo non se ne può fare una colpa ai bravi Levania; anzi, un sogno ad occhi aperti in musica è sempre un piacere… anche quando, come in questo caso, il sogno è sicuramente un po’ inquietante…
Articolo del
25/03/2012 -
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