Il Triangolo Tutte Le Canzoni 2012 Ghost Records di Alessandro Basile

Partiamo con le presentazioni: Il Triangolo è un progetto musicale nato sul finire del 2010 a Luino, comune della provincia di Varese. Alla voce e alle chitarre – sia elettriche che acustiche – troviamo Marco Ulcigrai. Al basso e ai cori c’è Thomas Paganini. Mauro Campoleoni è invece il batterista, nonché percussionista, del gruppo. Lo scorso 6 aprile i tre musicisti lombardi hanno pubblicato il loro primo album in studio. S’intitola “Tutte Le Canzoni” ed esce per la Ghost Records con distribuzione Venus.
E’ un disco interessante, magari non stratosferico, ma tutto sommato convincente ed immediato. Non è una di quelle produzioni che fanno alzare braccia o togliere il cappello. Eppure “Tutte Le Canzoni” ha la caratteristica particolare di riuscire a farsi ascoltare più volte. Insomma: non stanca. E poi contiene dei pezzi che entrano in testa senza per questo essere banali o tristemente orecchiabili. Sarà il sound ‘Sixties’ e un po’ vintage, sarà la scrittura brillante. Sarà la giusta spudoratezza di fondo. Sarà quella miscela curiosa di rock italiano asciutto e di cantautorato sapiente a coinvolgere: fatto sta che Il Triangolo dimostra di possedere una determinazione adeguata, non indifferente, che potrebbe agevolare un’ascesa tanto rapida quanto travolgente nel futuro più prossimo. Questo perché la loro musica non è indirizzata ad una fetta di pubblico specifica. I loro brani contengono spunti e riferimenti notevoli. Affrontano tematiche delicate sviluppando il tutto attraverso chiavi di lettura non proprio consuete. Si parla di guerra e di sentimenti. Inoltre si va dai fatti di cronaca alle storie personali e di vita quotidiana. “Le Forbici”, il pezzo di apertura della raccolta, da questo punto di vista è decisamente emblematico. Nonostante la suddetta canzone tratti un tema pesante e struggente come quello della morte di una prostituta, la band ha deciso di donargli un vestito ruvido e rockeggiante. E questo è solo uno dei tanti esempio che si potrebbero fare. Si prendano tracce come “Canzone Per Una Ragazza Libera”, “Johnny” e “Quando Isacco Gridò Contro Il Popolo”: anche lì emergono idee fresche.
Si avverte la voglia di proporre qualcosa di originale per non dare l’impressione di restare troppo legati ai maestri del passato. Maestri che sono comunque sempre dietro l’angolo e dai quali è difficile emanciparsi del tutto. Per scongiurare fasi di eccessiva stasi ed episodi simili tra loro, Il Triangolo alterna momenti più tirati ad altri maggiormente “autoriali”, abbastanza scarni. Se “Battisti” e “La Primavera” mantengono un atteggiamento spedito e incalzante, ecco che “Canzone Per Un Soldato” e “Una Sola Preghiera” mettono in luce la parte più intimista del progetto. Anche questo aspetto non è da sottovalutare: vuol dire che il complesso varesotto sa bene cosa voglia dire fare un album nel 2012. Per questo scelgono di non dilatare ulteriormente i componimenti, puntando piuttosto su arrangiamenti efficaci e su canzoni brevi, concise. D’altronde bisogna essere al passo con i tempi, specialmente oggi, in un periodo in cui l’attenzione e la pazienza dell’ascoltatore medio è residua in quanto labile. Meglio andare al sodo quindi. E Il Triangolo ci va. Magari senza spiazzare. Magari senza stupire, ma ci va.