Questa band di Parma, attiva dal 1999, si fa subito riconoscere per il bel ‘melting pot’ che è riuscita a creare tra rock and roll, ska, dixie e swing nel nuovissimo, nonchè quarto album, ”Dirty Swing”. Il disco è stato registrato nel bunker studio di Rubiera e, come ha affermato lo stesso Bufo (voce e chitarra della band), sono stati anche utilizzati strumenti d’epoca, fatto piacevolmente insolito visto l’alto tasso di tecnologia a cui siamo abituati. D’altronde però, se andiamo a scavare nelle origini del genere, è una scelta comprensibilissima. Infatti questi sette musicisti hanno alle spalle tutta la mastodontica tradizione americana del rock e del swing dagli anni’ 30 in avanti, da Chuck Berry e Jerry Lee Lewis, da Frank Sinatra a Benny Goodman, fino ad arrivare al nostro amatissimo Fred Buscaglione. Con le orecchie allenate dai Big del passato, la band mostra per tutto l’album una notevole padronanza di sé (alternando chitarra, cori, percussioni, basso, tromba, t-bone e batteria), sicuramente derivata dal fatto che da anni gira in lungo e in largo la penisola partecipando anche ad importanti festival internazionali, dalla Svizzera a Barcellona fino a Kiev, attraversando Bucarest e la Romania al punto da raggiungere in pochi anni ben 300 concerti. Già dal primo brano, ”Rock’n’Roll”, ci si imbatte in una inarrestabile energia che esplode in un vero e proprio spettacolo pirotecnico di suoni seguito da ”Big Beat” che, senza scalare la marcia, ti afferra e ti catapulta nello ska più puro ed esuberante. Scivola via invece leggero e morbido ”Pas Avec Toi”, che si presenta a luci soffuse e con un ritmo volutamente rallentato rispetto ai brani precedenti, forse per sottolineare proprio l’atmosfera romantica a cui fa riferimento il testo. L’aria si scalda nuovamente non appena clicchiamo play su ”Dead Meat” e ci spinge a compiere un tuffo libero nella tradizione mediterranea, sulla scia di Goran Bregović e della musica popolare balcanica. Ci lasciano appena riprendere fiato con ”Macumba” ed ecco che con un altro brano dal ritmo latino e sanguigno, ”El Cacerolazo”, la voglia di ributtarsi in pista fa scomparire ogni inibizione e da di nuovo il via ai balli più frenetici. Non è facile trovare un album che faccia da contenitore per una così vasta produzione musicale e che mantenga anche alto il livello di qualità per tutti e 15 i brani. Via le sedie e date sfogo ad ogni istinto represso ballando al ritmo infuocato dei Las Karne Murta.
Articolo del
21/04/2012 -
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