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My Secret Windows
Law/Cut
2012
La Rivolta Records
di
Mirela Marta Banach
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Esiste una legge ferrea degli emergenti: sono perennemente sottoposti a confronti con i cosiddetti ‘Big’, come se per necessità di sintesi e diretta connotazione il paragone fosse inevitabile. Strada comoda questa (specie per noi recensionisti) eppure fulminea. Così se vi dicessi che i My Secret Windows nel loro debut album sono sintesi perfetta di sonorità care ai Muse, The Killers, Kaiser Chiefs ed ultimi Keane e (a tratti) Radiohead rimarreste (presuppongo) positivamente predisposti all’ascolto. Non solo. Lo sareste ancor di più se sapeste che sono di Lecce laddove paiono cresciuti a tea e biscuits londinesi. ”Law/Cut”taglia con fermezza ogni tipo di consuetudine concernente la esordiente musica italiana ed apre le finestre al British alt rock svelando il segreto della loro ars alquanto fuori dai binari nazionali. Alt: di sonorità locali nessuna traccia, sarà questo il loro (impavido) mistero? Cristian Chironi detto ’Orlando’ (voce, chitarra, piano ecc.) insieme all’esperto in drums ’Drumsteel’ ed il bassista/polistrumentista ’MrGumbo’ vincitori del contest ‘Musicotentazioni’ a Bari scelgono When I Was Young (Reprise) come primo singolo estratto, e scelgono bene: ballad acustica tra strings synth, voce nitida e video al quale non resisterebbe il più contrario tra i contrari alle smancerie amorose. E quando ci si accorge che i 2 minuti e 45 secondi non soddisfano affatto, ecco venire fuori altre due versioni: When I Was Young, con un incipit ambient-elettro pacato che dopo un minuto si getta in un arrangiamento perdurante il doppio e di certo più grintoso, nonché When I Was Young (Radio Exit) accorciato di 62 secondi. La grinta è ben incarnata in My Sweetie Brother, classico indie tra chitarre regolari e vocoder-voice, ed in Calling of Martha che partendo da un incipit à la Kooks si slancia in un refrain liberatorio e ripetitivo, seppur non stancante. (SorrySorry) Baby You Can’t Talk Abou It sgancia due minuti di scansioni beat brit tra usuali binomi di strofe teen e ritornelli dai cori di certo più maturi. Gioco ribaltato in Come In: dozzinale la parte centrale, molto meno quella intermedia. Descritto ciò sembrerebbe che la band sprofondi nell’intermediatezza , stadi medi di riproposizione di canoni già meramente assaporati nelle decennali portate anglosassoni, eppure nonostante le indubbie influenze una personalità tutta definita (difficile da definire con chiarezza) esce fuori. Così se in Neural tra distensioni vocali ‘oasisiane’, arrangiamenti altroché neu(t)rali e pronuncia impeccabile scopriamo una delizia disimpegnatamente impegnata, nel brano più sperimentale in assoluto (Secret Windows) immergiamo l’udito nel vortice electro-psyco con una dj-set base del tutto invidiabile che alterna campionamenti convulsi e semiacustiche 90’s. Una leggera psichedelia pervade i 9 minuti di My Dear Friend mentre in Falling Out essa si maschera di gravità desolate. Si ultima con Why, epilogo infausto dalle classicità vintage che accelera a metà strada sprofondando in un vortice spasmodico che in Absolution di Bellamy & Company è di casa. Strada ancora lunga per i My Secret Windows, ma ben percossa nelle iniziali distanze. Che dire. Tutti a cantare in Puglia!
Articolo del
05/05/2012 -
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