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Davide Tosches
Il Lento Disgelo
2012
Controrecords
di
Giuseppe Celano
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L’intro affidato alla tromba potrebbe trarvi in inganno, per pochi secondi potreste pensare di essere di fronte a un disco jazz, magari da ascoltare in una stanza avvolta dal fumo azzurrognolo di una sigaretta lasciata a bruciare sul posacenere, mentre i sogni si affaccendano lenti nelle vostre menti. Niente di tutto questo, Terra invece introduce il nuovo lavoro di Davide Tosches, già autore di “Dove L’erba E’ Alta” (Controrecords), che in questo successivo capitolo della sua carriera modifica il percorso senza però abbandonare la sua meta. Il Lento Disgelo è un disco che si distende su melodie ricercate mentre il canto, se cosi possiamo dire, narra esperienze dolorose messe a nudo da una chirurgica lucidità. Davide gioca con i chiaroscuri, s’affida a suoni crepuscolari e chitarre acustiche seducenti. L’uso della tromba ammalia l’ascoltatore costretto a prestare attenzione totale alla proposta di questo cantautore che sembra proprio di non volerne sapere di scelte facili (22.47). Nella festosa e frizzante Dove Andiamo l’immediatezza istintiva dei testi contrasta piacevolmente con il meticoloso lavoro d’arrangiamento della band che assume un ruolo paritetico al leader. A quota cinque arriva di prepotenza Il Lento Disgelo che potremmo considerare il vero singolo, (termine che Tosches non apprezzerebbe) di questo lavoro. La sua melodia lenta, la ritmica delicata e i cori accattivanti la rendono un punto di forza vitale, un giro di boa che introduce la seconda parte di questo concept album. Tosches si rivolge agli uomini esortandoli a fermare questa folle corsa verso la fine. È un messaggio d’amore neutro e globale, ma non globalizzato, che rilascia gradualmente emozioni imprigionate per troppo tempo in una crisi di valori, non di certo la sua, che Davide non riesce a sopportare. Non tutto è perfetto (Ogni Uomo), e non credo poi gli importi molto che lo sia, ma di certo non si può ignorare un lavoro cosi accurato e vivo, rosso come sangue arterioso, caldo come l’intestino che ci mantiene vivi (Scintille). All’interno del disco si affacciano “ospiti” che sono soprattutto amici: Dan Solo (Marlene Kuntz), Roberto “Robbo” Bovolenta, Andrea Ruggiero (Giorgio Canali, Operaja Criminale). Il resto scopritelo da soli, oppure potreste sempre rivolgervi all’ultimo lavoro di pseudo parolieri che citano questo e quell’altro poeta per ottenere qualche recensione positiva su riviste bollite e qualche ragazzina in camerino.
Articolo del
18/05/2012 -
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