|
BENVENUTO SU EXTRA! MUSIC MAGAZINE - La prima rivista musicale on line, articoli, recensioni, programmazione, musicale, eventi, rock, jazz, musica live
|
|
|
|
|
|
The White Mega Giant
Antimacchina
2011
Shyrec
di
Martina Consoli
|
|
Musica e parole, due termini che camminano a braccetto, specie nella massificazione contemporanea dei gusti e delle opinioni. Dialogare e comunicare con l’ascoltatore unicamente attraverso le note del pentagramma appare come roba d’altri tempi, austera e noiosa, meglio relegare questo compito al repertorio della musica classica ancora tenuto in vigore solo da pochi adepti. Se poi diamo un’occhiata ai dati statistici secondo i quali il tempo medio di ascolto di una canzone sul canale YouTube è di appena 15 secondi ci si rende sempre più conto di quanto la frugalità e la sottigliezza del pensiero abbiano preso il sopravvento. Il trio padovano The White Mega Giant ha deciso a quanto pare di dar retta unicamente alla propria vocazione musicale ed almeno sulle prime sembra aver fatto bene, la label Shyrec li mette sotto contratto e nel 2011 prendono parte all’Italia Wave Love Festival. A tutto ciò segue a fine anno la pubblicazione del primo album che s’intitola “Antimacchina” articolato in cinque tracce che vanno dal classic pop al rock sperimentale e che puntano dritte all’ascoltatore utilizzando interamente il canale sonoro. In ogni traccia riecheggia in sottofondo un medesimo ritmo a cui si aggiungono via via deformazioni e stratificazioni delle sette note musicali che riescono in tal modo a conferire una qualche individualità che scorre nei diversi titoli delle tracks. Sembra una nave in partenza l’incipit di Mururoa(Preludio All’Antimacchina), che man mano si allontana dal porto trascinata dalle correnti del mare verso luoghi terrestri impervi e sconosciuti tanti quanti sono i suoni che si susseguono. Pensieri e riflessioni accompagnano l’inizio slow di Polaris che si infrange improvvisamente per l’arrivo di ritmi roboanti che esordiscono intorno al terzo minuto. In Katrina l’aggrovigliamento dei suoni raggiunge il suo picco, l’alternarsi tra batteria e chitarra è semplicemente sublime, preparatevi ad essere catapultati in un viaggio interspaziale come anticipo di quanto si prospetta per il futuro dell’essere umano. Un’ultima notazione di merito spetta anche alla track Cygni in cui l’utilizzo della tecnica minimalista alla Philip Glass nel suono del pianoforte fa innalzare ulteriormente il livello compositivo della band. Magari vista la loro recente formazione di appena due anni, in un futuro prossimo potrebbero ripensare il loro stile ed abbandonare la musica interamente strumentale, ad oggi meritano un premio quantomeno per il coraggio e l’originalità.
Articolo del
25/05/2012 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|
|
|
|
|
|
|
|
|
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|