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Violadimarte
La Sindrome Dei Panda
2012
MKRecords Label
di
Nicolina Di Gesualdo
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I Violadimarte nascono dall’incontro di cinque musicisti: Joe Santelli (voce e chitarra), Stefano Amato (violoncello e chitarra), Marco Verteramo (basso), Paolo Chiaia (rhodes e synth) e Maurizio Mirabelli (batteria). A marzo è uscito il loro primo disco dal nome sicuramente insolito e sovversivo, ”La Sindrome dei Panda”. Effettivamente della “sindrome” ha parecchio, innescando fin dal primo ascolto un meccanismo di lento contagio, capace di condurre poi all’assuefazione totale. La prima dose di questo ‘concept’ la somministrano con Lacrime di Vetro Blu, versate a causa di una condizione esistenziale insoddisfacente e resa granitica dall’apertura impetuosa della batteria. Lo scarso spirito di adattamento provoca l’inevitabile chiusura in sé stessi, tra Alberi d’Amianto, rifugio utopico dove essere veramente autentici, dove il persistente conflitto interiore è ben sottolineato dalla band con l’uso frequente di suoni distorti, accompagnati dalla voce del cantante, qui inquieta e estremamente alienante. In tutto il disco si avverte chiaramente l’influsso di band d’oltreoceano ed è altrettanto evidente la presenza di brani che succhiano avidamente sangue dagli amati Afterhours (soprattutto A Testa In Giù) e dai Verdena. La title-track Paragioia rappresenta il fulcro del messaggio che i Violadimarte desiderano farci arrivare: infatti la “paragioia” è ciò a cui dobbiamo arrenderci, la maschera necessaria che ci consente di affrontare il mondo esterno senza condurci ad un’inevitabile estinzione (come invece accade per i panda). Riflessioni esistenziali quindi, innescate e favorite anche da lunghi intervalli strumentali. Gli sforzi masochistici di adattamento alla civiltà ribaltano l’animo A Testa in Giù, urto synth non a caso accompagnato da caos chitarristici e dal frastuono continuo delle percussioni. Ma stare a testa in giù è la condizione imprescindibile per accogliere le tentazioni dell’ acustica Vertigine, il bisogno d’amore a cui nessuno può resistere o opporsi. Un disco da ingerire tutto d’un fiato per poterne assaporare degnamente il contenuto. Il rischio è quello di incorrere in una masticazione prolungata sul singolo brano, a causa delle liriche quanto meno ermetiche e trascinate nel canto, quindi è consigliabile ascoltarlo con un animo concentrato e ben predisposto ai suoi contenuti “difficili”. Detto questo, rappresenta comunque un buon biglietto da visita per i Violadimarte, che ci caricano di aspettative sicuramente positive per il futuro.
Articolo del
07/06/2012 -
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