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MasCara
Tutti Usciamo Di Casa
2012
Eclectic Circus
di
Antonella Castaldi
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A parte una minuscola e fugace perplessità generata dall’incipit del cd ma subito svanita “all’apparir del vero”, credo sia impossibile non esprimere un giudizio positivo per i MasCara e per il loro primo album “Tutti Usciamo Di Casa” seguito all’EP “L’Amore e La Filosofia” del 2010 interamente autoprodotto, in cui già si potevano scorgere chiaramente i primi bagliori di un giorno inevitabilmente sereno per questa band della provincia di Varese. Sulla scia di gruppi storici quali Diaframma, Litfiba, Cure e Joy Division, i MasCara coltivano e ripropongono un genere musicale da tempo sopito in Italia, quello new-wave, riprogrammandolo però su nuovi codici e su schemi innovativi: partono dal passato, da cui traggono gli spunti più interessanti e più incisivi senza mai cadere nell’ovvietà facendone una copia fedele e anacronistica, per arrivare all’oggi. Il risultato è un lavoro originale, fresco, preciso, in cui ogni singolo elemento trova la sua perfetta collocazione come in un mosaico: è posto proprio lì dove dovrebbe essere per far funzionare esattamente il meccanismo e non altrove. Il sound che ne vien fuori è più di un palmo distante da quello tipicamente italiano e travalica i confini nazionali. Come ben fa notare in una recente intervista il cantante del gruppo Lucantonio Fusaro, parafrasando le sue parole, la caratteristica del suono new-wave (italiano), se si escludono i testi, sta nella sua internazionalità. E così è: il new-wave dei MasCara è un tuffo tra passato e presente e nel panorama musicale attuale tale genere non è più ricollegabile a nessuna band italiana se non ai cugini inglesi Editors con i quali il gruppo di Varese dimostra di avere evidenti punti di contatto che vanno dagli impianti tonali alla modulazione dei cori che accompagnano in sottofondo la voce del cantante. Un esempio? Basta prendere un brano squisito come Dorian (parte II) e compararlo con un superlativo You Don’t Know Love della band capeggiata da Tom Smith e compagni per notare le influenze e i richiami. Un altro punto a favore va infine ai MasCara per la complessa bellezza poetica dei testi certosinamente composti, valorizzati dalla voce particolarissima e profonda di Lucantonio (a metà strada tra Piero Pelù e Renga), sempre ricchi di riferimenti mitologici e letterari (Dorian, I Giorni di Urano Contro, L’Ultimo Viaggio di Argo) e che richiamano immagini e ricordi in bianco e nero affioranti come in una sequenza di cortometraggi, sempre in bilico tra passato e presente, tra ciò che è stato e ciò che è, creando una forte tensione emotiva, quella stessa tensione percepibile dal substrato melodico. Con “Tutti usciamo di casa” i MasCara confermano certamente tutti i giudizi positivi già ottenuti con il loro primo EP e sono pronti per un grande lancio. Adesso occorre solo attendere di vederli cavalcare questa loro (new-)wave.
Articolo del
05/07/2012 -
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