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New Candys
New Candys
2012
Foolica records
di
Daniele Bagnol
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Anche stavolta la Foolica Records c’ha visto lungo, arricchendo il proprio caleidoscopio musicale con i colori psichedelici dei New Candys, emergenti italiani ma che già qualche polverone di attenzione lo hanno alzato con il primo EP autoprodotto. Perché quando ti ritrovi tra le mani un album del genere rimani sempre combattuto tra due forze contrastanti: da un lato la solidità di una band che, per essere il primo disco a lunga distanza, mostra già notevoli capacità e grande talento. Dall’altra i forti rimandi al passato che mostrano orgogliosamente la carta d’identità della band che rosicchia fino all’osso una scena musicale vastissima che parte dai sognanti sixties in avanti. La valutazione finale non può prescindere da questi due punti, nonostante dipenda soprattutto da quell’equilibrio bilanciato che affiora alla chiusura delle dodici tracce. Con “Stars Reach the Abyss” i quattro trevigiani ci immergono in un vortice di coni d’ombra e suoni, alternati a sprazzi di luce pulsante in un trip psichedelico che raggiunge le profondità più oscure della terra per risalire lentamente. Ciò che impressiona al primo impatto con il disco è senza dubbio la struttura compatta dei brani, talento allo stato grezzo su cui si può lavorare ancora. Si parte con personalità con una manciata di brani primitivi (l’acidità dell’ottima Hand Chain Dog e Blackbeat), per attraversare panorami mistici al limite dello psych-rock ingolositi dall’utilizzo del sitar in Dry Air Everywhere (accelerazioni e frenate continue, vero masterpiece del disco) con le sue tempeste di luce sincopata, e la quiete orientaleggiante di Sun is Gone (‘till Day Returns) per poi passare ai riff liserigici di Volunteer. Sprazzi di luce eterea arrivano verso la conclusione con la velvettiana Butterfly Net e momenti al limite dello shoegaze più imbrattato. A metà tra il sound sporco dei Crocodiles e le chitarre onnivore dei primi - e veri - Black Rebel Motorcycle Club, i New Candys costruiscono insomma impalcature sonore veramente accattivanti; se a questo poi si aggiungono le sapienti mani di Pierluigi Ballarin (The R’s) e Stefano Moretti (Pink Holy Days) in fase di mixaggio il gioco è fatto, c’ è da scommetterci. Questi quattro ragazzi di Treviso, che colpiscono per maturità, per potenza acustica e per linearità, sono nati già grandi.
Articolo del
09/07/2012 -
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