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Per questo secondo album dei La Vague sarebbe certamente più appropriato il titolo di ‘Cabaret Eclectic’ visto che poliedricità ed eclettismo sono i punti di forza dell’ultimo camaleontico lavoro del duo tosco-laziale. Dopo una serie di collaborazioni e di performance live tra spettacoli di strada e di teatro, e dopo il disco d’esordio omonimo uscito nel 2009, i La Vague, composti attualmente dall’attrice e cantante Francesca Pirami e dal bassista-contrabbassista Alessandro Corsi, irrompono sulla scena come uno tzunami, nuovamente per la label Mia Records, con un album che spezza ogni schema, scioglie ogni limite e rompe ogni definizione. ”Cabaret Electric” non è un cd come gli altri che si adagia sulla piastra e se ne attende l’ascolto, è un qualcosa di più “visivo” e tangibile: ora è uno spettacolo di acrobati in un tendone da circo (Solo Guai), ora invece uno show di musica country-blues in un american night club (Straight Contrariwise), e poi ancora un film ambientato negli anni ’60 (Se Non è Amore), un viaggio nella giungla (Lightness), un’allegra passeggiata tra boulevards parigini (Ballade), un simpatico swing anni ’30 (What I like for Christmas), una visita ad un’inquietante fattoria dai colori psichedelici (Rooster Party), una filastrocca ecologista (Non C’è Terra), un viaggio in un futuro fatto di elettronica (Rumorofono). Insomma, ad ogni traccia del disco sembra modificarsi automaticamente anche la scenografia che l’accompagna e, con essa, i personaggi che la popolano: bambini, alieni, trapezisti, animali di ogni specie… un vero e proprio spettacolo magistralmente condotto da due abili registi che sanno trasformare la musica in uno show multiforme con solo l’aiuto di una particolarissima voce e di pochi e insoliti strumenti (mbira, kazoo,rumorofono, stomp-box ecc.). Un lavoro così singolare e musicalmente indefinibile, una ricerca tanto approfondita nel mondo dell’acustica da proporre una commistione dei generi più svariati , un progetto così spontaneo e studiato nello stesso tempo non potrà passare inosservato nemmeno dinanzi a coloro che dovessero torcere il naso al suo ascolto. Potrà piacere o dispiacere, ma bisogna riconoscerne l’originalità e la fantasia.
Articolo del
14/09/2012 -
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