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I Dottori
Canzone Perfetta
2012
CD autoprodotto
di
Stefano Torrese
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Succede spesso, e negli ultimi tempi troppo spesso, che band più o meno emergenti mischiano invano tutte le influenze possibili cercando di unirle in un unico spazio/temporale sonoro. Unire, senza fronzoli grammaticali, i Queens Of The Stone Age al Giorgio Gaber prima maniera all'interno dei pochi minuti di una canzone. L'impresa risulta il più delle volte molto pretenziosa e l'originalità ricercata finisce col diventare un'accozzaglia di generi senza una vera e propria personalità di fondo. L'errore de I Dottori sta proprio nella loro voglia di emergere guardando in retrospettiva i più influenti gruppi del post-grunge e, contemporaneamente, i più melodici tra i cantautori italiani. Se i riferimenti sono i System of a Down e i Faith No More le melodie dei due pezzi di apertura, Christine e Belladonna, ricordano, forse involontariamente, le aperture vocali virtuosistiche di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. L'incipit del brano Pastiglia rende omaggio alla canzone d'autore per poi rubare il ritornello da Anyone Can Play Guitar dei Radiohead, così come la successiva Nero parte con uno scimmiottamento di Piero Pelù per aprirsi in un ritornello degno dei migliori Modà. Il risultato complessivo di questo "La Canzone Perfetta" non è esaltante ma si possono trovare comunque degli spunti interessanti per il quartetto formato da Andrea Di Toppa (voce), Antonio La Chioma (basso), Luca Urbinati (batteria) e Marco Fanella (chitarra), soprattutto nella ballata acustica di Fosse Per Me e nella decantata Dio C'è dove si intravedono delle buone capacità cantautorali che potrebbero essere esaltate a discapito dell'eccessiva ricerca del ritornello da classifica come in L'Artista e La Canzone Perfetta. Ci si imbatte spesso in riff hard-rock che rimangono incompiuti a favore di strofe forzate dove ad emergere è la sola voce di Andrea Di Toppa ("Pornonauta" e "L'Alchimista"). Poca ispirazione nei brani Anonimo (il lavoro nobilita l'uomo) e Giostra di Periferia dove i riff e gli intrecci di chitarra, anche se di buona qualità, hanno il sapore del già sentito. La conclusiva Canzone Non Per Loro, infine, è un garage rock che, senza troppe sovrastrutture, poteva suonare come un'ottima ballata italiana di matrice Pixies. Il lavoro de I Dottori è energico però manca della spinta emotiva di gruppi come i Fluxus che per primi portarono l'hardcore in Italia. La poca dinamicità dei brani li rende tutti troppo simili e si riescono a distinguere solo dopo un ascolto accurato. L'antitesi del rock, insomma. Risaltano, invece, le indubbie qualità vocali di Andrea Di Toppa, la buona sezione ritmica e una certa semplicità nel creare melodie orecchiabili che se sfruttate a dovere potrebbero fare la fortuna del gruppo di Latina.
Articolo del
17/09/2012 -
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