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Dopo un biennio caratterizzato da un non indifferente numero di esibizioni dal vivo, durante la scorsa estate il giovane progetto musicale denominato Entropica ha dato alle stampe la sua produzione d’esordio. Non un album, bensì un Ep interamente autoprodotto, registrato tra Rovigo e Cittadella, quello che il quartetto veneto, formatosi nel febbraio del 2010, ha scelto di rilasciare. Al suo interno ci sono cinque canzoni inedite. Certo, un po’ troppo poco per riuscire ad inquadrare bene una band che ha sicuramente ampi margini di miglioramento e che, di conseguenza, dovrà ancora lavorare sodo per riuscire a trovare la giusta identità, cercando di dare vita ad uno stile più intrigante, personale. Tuttavia questa manciata di pezzi permette, grossomodo, di intuire l’approccio e la direzione artistica che il complesso ha deciso di intraprendere, almeno in questo inizio di carriera. Ascoltando “Universo Disconnesso”, e notando anche la conformazione della band (ovvero un power trio classico coadiuvato da una voce femminile), è infatti chiaro come l’obiettivo primario sia quello di sviluppare un pop rock energico attento non solo al sound, ma anche alle tematiche, e quindi alle liriche. Lo testimonia la decisione di scrivere in italiano. Scelta, questa, sempre un po’ rischiosa quando ci si allontana dal cantautorato e dalla musica leggera in generale. Bisogna essere sinceri: il risultato dell’Ep non è un granché. C’è equilibrio, sì. Così come una certa coerenza sonora, ma non può bastare. Non ci sono brani irresistibili, di quelli che fanno la differenza e che sono capaci di convincere al primo impatto. A ‘convincere’ sono giusto alcuni passaggi, alcuni stacchi strumentali presenti ne L’Uomo Perfetto e in 21/02. Per il resto si palesa troppa prevedibilità e, al tempo stesso, poco incisività. E quindi, in maniera inevitabile, ne risentono le tracce stesse, molto simili tra loro in fatto di arrangiamenti. Come già anticipato, si ha la sensazione che ci sia da lavorare, e pure tanto. Si notano impegno, entusiasmo, buona volontà. Ma non è sufficiente. L’ascoltatore odierno, sempre più distratto e poco paziente quando si tratta di musica emergente, deve essere colpito attraverso maggiori peculiarità ed espedienti. Evidentemente servirà del tempo agli Entropica per assestarsi e per dare alle proprie composizioni un tocco più maturo, dal momento che quelle presenti nella mini raccolta appaiono abbastanza acerbe. Dunque starà al gruppo stesso capire come muoversi per distinguersi al meglio all’interno del panorama indipendente italiano (difficile che punteranno al mainstream). Dal canto nostro ci sentiamo solo di consigliare di prendere una decisione drastica: puntare su un genere più morbido, oppure virare su ritmi più tirati e su sonorità graffianti. Restare così a metà strada fra il pop e il rock, con ogni probabilità, non porterà da nessuna parte. Purtroppo è molto difficile oggi riuscire a lasciare il segno e ad ottenere visibilità, specialmente nell’underground. In ogni caso l’impegno, l’autostima, la dedizione potranno dare manforte a questi quattro ragazzi che avranno pure delle idee chiare, ma che dovranno capire attentamente come concretizzarle.
Articolo del
30/09/2012 -
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