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I Miriam Mellerin sono un trio pisano, formato da Diego Ruschena (voce, basso), Daniele Serani (chitarre) e Pietro Borsò (batteria). L’album omonimo, uscito nel gennaio 2012, riassume in sé spunti alternative, grunge e noise rock, assemblati in modo del tutto inaspettato. A dare il via è Parte Di Me, brano fortemente noise, dal mood romantico/gotico, se non addirittura funereo. Di una band agli esordi è difficile non notare gli echi di altri gruppi. Nel cantato, infatti, fin da subito sono evidenti le influenze esercitate sul gruppo dal Teatro Degli Orrori e dai monologhi “alla Carmelo Bene” di Capovilla; ma i distinguo ci sono e anche ben evidenti, come la scelta di inserire la voce sensuale di Diletta "Lady Casanova" (The Casanovas) nel duetto assieme al cantante, Diego Ruschena. A seguire troviamo il brano Made In Italy, invettiva-critica feroce al campanilismo tipicamente nostrano, figlio dei primi esordi dei Marlene Kuntz. L’originalità delle liriche, che pervade tutto il disco, si intona alla perfezione con il ritmo, energico e infuocato, scandito da bei giri di basso in sottofondo (Insetti) e da un’atmosfera goth-rock, in perfetto stile Joy Division (Trust). I suoni sono graffianti e rabbiosi, segno di una rivoluzione in sordina pronta a scoppiare all’improvviso (Ostrakon), attraverso minacce (Vale la pena tradire/chi si fida di te?) e urla indemoniate. I Miriam Mellerin chiudono in modo originale, tra suoni western e hardcore (B.H.O.O.Q) e, inaspettatamente, rivisitando in chiave alt-rock una poesia di Cecco Angiolieri (Stilnovo), già in passato reinterpretata dal grande De Andrè. In definitiva sette brani irriverenti, che dissacrano le convenzioni, in bilico tra tradizione rock e sperimentazione. Come reagirà il tradizionalista/monocorde pubblico italiano a questo trio rivoluzionario? Rispondono gli stessi Miriam Mellerin “Non mi resta che vivere e sperare/che il mondo cambi/a partire da me”.
Articolo del
12/10/2012 -
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