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Gli East Rodeo sono un progetto multidisciplinare che nasce nel 2002, in bilico tra Croazia e Italia. Gli artefici sono i fratelli Alen e Nenan Sinkauz, ai quali si aggiungono due musicisti italiani, Alfonso Santimone e Federico Scettri, entrambi ferraresi. Per questo gruppo, però, non esistono confini geografici ben definiti. Infatti il loro terzo lavoro, ”Morning Cluster”, è ulteriormente arricchito dalla presenza di ospiti del calibro di Grego Cohen (Tom Waits, David Byrne), Marc Ribot (Lou Reed), Warren Ellis (Nick Cave and the Bad Seeds), Ivana Saiko e Giulio Favero (Teatro Degli Orrori). L’album si presenta come uno stillicidio musicale (Trom), che lentamente diventa un flusso continuo e allineato di suoni, a metà tra post-rock e noise. Il quartetto dedica l’anima alla parte strumentale, con precisione certosina e grande accuratezza nei suoni, che spesso raggiungono picchi più sferraglianti e aggressivi (Mrs Cluster). Indubbiamente la lunghezza delle tracce penalizza un po’ l’emotività del disco rendendolo, a tratti, eccessivamente pesante e inconsistente. L’album, però, riacquista punti con tracce come 939 Hz, un ibrido nevrotico che incede a forza di batteria e voci sfuggevoli e Ballad of Lc, ballata strumentale dai suoni caotici, con echi “radioheadiani” e retaggi noise. Straws In Glass crea, grazie alle liriche sussurrate, un clima straniante e inquietante, mentre American Dream si erge su un’impalcatura spettrale, fatta di chitarre distorte e rimandi psichedelico-floydiani. Le ultime tracce (Step Away From The Car, Re:Trom, Brod) non fanno che confermare la profonda originalità di questi due musicisti, capaci di spaziare dal noise all’elettronica, dal post-rock al jazz, con estrema disinvoltura. Quaranta minuti di piacevole anarchia.
Articolo del
28/10/2012 -
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