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Sabba e Gli Incensurabili
Nessuno Si Senta Offeso
2012
Bulbart Works/Audioglobe
di
Stefano Torrese
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Intraprendere la strada della canzone d'autore è un'impresa davvero ardua. Sopratutto quando si è all'esordio discografico. Il primo lavoro dei Sabba e gli Incensurabili parte decisamente in salita; l'eredità che si porta tra le influenze pesa come un macigno ed ogni passaggio, ogni rima e ogni nota rimanda al gioco del già sentito. Da Pupo a Mannarino, Sabba e i suoi compagni Incensurabili, non gettano niente della cultura musicale italiana. Mischiano in un solo calderone il prog anni '70 con la forma teatro-canzone di Gaber e Iannacci. Il tutto è condito da una velata sensazione di malinconia che traspare dai testi, spesso autobiografici, che narrano di sconfitte e speranze di una generazione ormai persa nel precariato. I membri del gruppo si raffigurano, all'interno dell'art-work del disco, come burattinai che dominano strani ed innocui personaggi da cabaret. Un ulteriore richiamo alla forma teatrale e all'utilizzo di una maschera pirandelliana che rende liberi i protagonisti di parlare di ciò che vogliono senza paura di censure o giudizi affrettati. L'album si apre con un incedere hard-rock che caratterizza il brano L'emarginato e prosegue con il surf-pop di Eva. C'è spazio anche per le due ballate acustiche di Ai margini della città e La Strada Da Percorrere, arrangiate in modo da esaltare l'emozionalità delle melodie proposte. Le progressioni delle chitarre di Alessandro Mormile accennano vezzi soul e funky (Benedetta Pazienza e Che Casino Là Fuori) ma solo raramente gli si concedono assolo egocentrici. Il protagonista deve essere Sabba (maschera di Salvatore Campitelli) e il suo recitar-cantando che emerge con forza nella trionfale Il Treno Del Successo. Nonostante le avversità, l'esordio dei Sabba e gli Incensurabili perde solo raramente la bussola come nello splendido ska, stampo Vampire Weekend, di "Un'Opinione Stabile che si apre in un ritornello pop-rock forse un po' troppo affrettato e nella ballata "Il Mio Kazoo dove il richiamo verso Edoardo Bennato è fin troppo esplicito e non regge il confronto. ”Nessuno Si Senta Offeso” si conclude con la sorprendente cover di Vieni Via Con Me, una coraggiosa interpretazione del famoso brano di Paolo Conte, che Sabba e il suo gruppo riesce a trasformare in una ballata dark, degno epilogo di un album d'esordio già maturo e ricco di spunti interessanti.
Articolo del
07/11/2012 -
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