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Lux
Menomale
2012
Seahorse Recordings
di
Stefano Torrese
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Un tuffo nell'Italia anni '90. Ad effettuarlo sono i Lux e lo fanno direttamente da Sassari. Strana coincidenza geografica che segna un'Italia inedita, unita; almeno da un punto di vista musicale. Dalle danze Hard-Rock dei Ritmo Tribale da Milano al nuovo cantautorato napoletano degli Almamegretta, i riferimenti sono ampi ma si concentrano nel decennio in cui l'Italia supera il post-punk ammorbidendolo in strutture meno rozze e più melodiche. Gruppo cardine: gli Afterhours. La band capitanata da Manuel Agnelli è indubbiamente tra le più influenti nello scenario indie italiano e nei Lux si sente sopratutto nei brani Consenso e Volentieri. Fortunatamente l'aspetto manieristico dell'album, intitolato ”Menomale”, si ferma qui. Il terzetto sardo, formato da Luca Usai (voce, chitarre, piano, synth), Matteo Anelli (batteria) e Paolo Laconi (basso) sfoggia una grande maestria nel disegnare semplici ritornelli in chiave punk e azzecca anche qualche ballata dal sapore acustivo, alla Violent Femmes, come Io Sono Felice - impreziosita nel finale dal banjo suonato da Francesco Simula - e Forse Lo Sai Anche Tu che suona come un omaggio al grande maestro Federico Fiumani. Forte la presenza di Paolo Messere - ex membro dei Blessed Child Opera e, per un periodo, degli Ulan Bator - che oltre a curare l'intera produzione artistica dell'album aggiunge qua e là qualche chitarra, riconoscibile soprattutto nei momenti più rumoristici. L'eterogeneità dell'album è impreziosita da veri e propri momenti autoriali che stridono col punk ma ne conservano l'incisività come Il Mio Miglior Nemico, scandita da un pianoforte zuccheroso, e il passo etereo di Gelido che sembra essere suggerito direttamente da Paolo Benvegnù. Tocchi di blues e riff ossessivi alla Pere Ubu ne Il Tuo Ritorno e spunti psichedelici nella conclusiva Venere completano il tutto. L'esordio ufficiale dei Lux avviene dopo l'uscita di due brevi EP che non avevano nella line-up il basso di Paolo Laconi. “Menomale” è un album maturo e, adesso, ricco di spunti interessanti che innalzano il livello medio dei gruppi underground. Si inseriscono in un filone che purtroppo ha visto nascere e morire in pochissimo tempo realtà che sembrava avessero un futuro glorioso. C'è la curiosità di vederli all'opera dal vivo e la speranza che non disertino la scena dopo qualche festival più o meno importante.
Articolo del
09/11/2012 -
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