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Kitsch
All You Can Eat Ep
2012
Prismopaco
di
Stefano Torrese
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I Kitsch mettono le cose in chiaro sin da subito. L'incipit dell'iniziale Social Network distrugge in un lampo il mito indie-rock dove un Jonny Greenwood sembra quasi più bravo di un Ritchie Blackmore. I cinque brani contenuti nel loro nuovo EP “All You Can Eat” emergono per l'incredibile carica emotiva sprigionata dai riff taglienti delle chitarre suonate da Attilio ed Adri. Con una buona dose di autoironia e un pizzico di egocentrismo i Kitsch ne hanno da dire contro tutto e tutti. Il cantato, scandito da una proverbiale “r” moscia, dona anche un atteggiamento da anti-intellettuali indisponenti. Insomma, volenti o nolenti, il quartetto lombardo impersonifica a pieno lo stereotipo del rock'n'roll e riesce a disegnare un quadro atipico della situazione indie nostrana. Gridano un po' al populismo nel brano Mondo Indie, accennato da un intro alla Franz Ferdinand e una rincorsa al ritornello alla Strokes. Mentre alcune trovate melodiche ricordano i Kaiser Chiefs soprattutto nei brani Zero Sbatti e Nella Melma. Meno di quindici minuti tiratissimi e dal sapore tipicamente post anni '90 con picchi di manierismo in Denise che prende in prestito suoni ed atmosfere dagli Interpol. Il tono rivoluzionario del breve EP dei Kitsch è una facciata da dandy solitari ma la semplicità nel trovare melodie e ritornelli orecchiabili li ergono a gruppo dalle enormi potenzialità commerciali. L'album, uscito esclusivamente in digitale, è anticipato da una serie di brevi videoclip virali visibili su youtube ed è accompagnato da un comic-book realizzato da Alessandro Miceli, Mattia Colombara, Gianluca Maconi e Aretha Battistuta, tutti professionisti pluri-premiati nel mondo del comics italiani. L'idea, per quanto bizzarra, non è del tutto originale. Denota però un certo coraggio da parte del gruppo che sceglie di mettersi in gioco non solo da un punto di vista musicale. “All You Can Eat” risulta così un album pieno di distrattori che, però, non riescono a nascondere le incertezze della band e non esaltano i loro lati positivi. Nonostante alcune trovate assolutamente godibili i cinque brani che compongono l'EP mancano di personalità propria e non riescono a dare al gruppo un suono riconoscibile ed originale. In un panorama dove la concorrenza è tanta e spietata, questo è un difetto di non poco conto.
Articolo del
17/11/2012 -
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