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“Supernova”: un'esplosione stellare ci introduce alla seconda vita degli ex Downtonone, band di Livorno dai trascorsi vivaci e già di lunga data (la nascita vera e propria risale al 2003). Nel passato un Ep in inglese, qualche apparizione su RockTV, un album di debutto sotto il precedente moniker, discrete approvazioni dalla stampa specializzata. Insomma, una gavetta già fitta di esperienze rilevanti, fino alla svolta del 2009, quando il gruppo decide di ricominciare da capo con il nome Supernova, da cui il titolo di questo secondo album di debutto! Michael Zanni (voce, piano, chitarra) Valerio Cavaliere (chitarre), Massimo Rosellini (chitarre), Alessandro Gazzi (basso) e Andrea Casaceli (Batteria) ci introducono nel loro nuovo progetto artistico fatto, a detta loro, di un infinito ventaglio di emozioni, tradotte in una miscela di post-grunge d'oltreoceano e pop rock nostrano, il tutto con testi rigorosamente in Italiano, con tanto di effetto leggermente straniante. Dieci brani, o undici se contiamo la bonus-track (non si offendano gli autori se decido di escluderla da ogni tipo di giudizio...), tutti stilisticamente alquanto simili, con arrangiamenti solidi anche nei pezzi più melodici, un ottimo lavoro della ritmica, un discreto lavoro della chitarra solista, e performances fatte di più alti che bassi per il vocalist Zanni. L'apertura è affidata al singolo Non Ci Sono Scuse, che introduce subito l'ascoltatore nel sound roccioso e graffiante che permea l'intero album, chiarendo istantaneamente che il progetto prevede di limitare i compromessi con l'ostile mercato italiano, al quale pure si punta. Dopo qualche traccia di livello simile, senza picchi di mediocrità (eccetto la piatta Colpevole) ma nemmeno di originalità, si arriva alla quinta, cardine e svolta dell'intero album: la cover di Ordinary World dei Duran Duran. Riproporre un brano è sempre un rischio, specialmente quando la scelta ricade su canzoni famose di band celebri, come in questo caso. Fortunatamente, i Supernova sono stati molto bravi a mettere del loro nella ballata di Le Bon & Co. senza stravolgerla però, con un risultato che funziona molto. E se la pronuncia ci fa applaudire la scelta dei testi in Italiano, il cantato, pur dovendo ammettere che la voce di Zanni poco ha a che vedere con quella del buon Simon, rende l'interpretazione nel complesso molto gradevole. Allargando il discorso, uno dei punti di forza veri dell'album è proprio la capacità espressiva del vocalist, dotato tra l'altro di un di un timbro non eccessivamente comune. La seconda parte della tracklist è sicuramente la meglio riuscita, grazie all'orecchiabile ballata Profumo d'Estate, alla dura e pura La Giostra, alla litfibiana L'Uomo del Domani e alla morbida e delicata, ma un po' ruffiana, Paura e Meraviglia, che chiude degnamente un disco soddisfacente. C'è da augurarsi che possa essere il primo tassello di una buona carriera...salvo nuove rinascite! E se è vero che il secondo album è sempre il più difficile, chissà che i Downtotone/Supernova non abbiano trovato la soluzione giusta per questo annoso dilemma!
Articolo del
27/11/2012 -
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