La Banda dei Sospiri Non C’è Mai Abbastanza Gente a San Francisco 2012 Mondi Sonori/Udedi di Daniele Bagnol

Sano rock allo stato puro, quello de La Banda dei Sospiri, che con “Non C’è Mai Abbastanza Gente a San Francisco” fa un percorso a ritroso nel panorama anglosassone dei primi anni ’90 con qualche strascico post rock degli ultimi anni ’80 che, alla luce dello scenario musicale italiano degli ultimi lustri, in pochi hanno saputo riprendere con stile (su tutti, leggasi Afterhours e poca altra roba).
Ma il coraggio di questi ragazzotti, mescolato ad impennate melodiche, voce suadente e liriche di altissimo livello, qualche brivido da pelle d’oca lo fanno venire eccome; eppure ammetto che al primo ascolto non ero rimasto colpito più di tanto dal progetto, qualcosa che apparentemente sembrava fin troppo abusato. Ma già dal secondo le cose sono cambiate, perché l’attenzione si è spostata su alcuni dettagli che hanno permesso di rivoltare la mia opinione: “Non C’è Mai Abbastanza Gente a San Francisco” è un album che assorbe emozioni e speranze, e le riversa in un’altalena agrodolce di immagini fumose.
Melodie in primo piano che guardano all’underground e che sfociano nel pop (con i Pixies come stella cometa da seguire) ma non solo, riempite da distorsioni acidissime di chitarre sporche, poi c’è la voce di Martino Ruggieri che ti accarezza e ti scuote violentemente, travolgendoti in un oceano di burrasche emozionali. Vero gioiello del disco.
E per finire ci sono appunto le liriche - pezzo forte della band – dirette e taglienti, eccellenti negli incastri con gli arrangiamenti, sopraffini ed al tempo stesso poetiche, al limite del dandy: espressione critica e disillusa del nostro tempo, sono dieci mini racconti realisti degli anni zero recepibili a più livelli. Da Dei Artificiali a Il Re Folle, da Lulù Buon San Valentino a Caro Hank (omaggio a Bukowski). È questo il fascino della Banda dei Sospiri.